È stato pubblicato il comunicato stampa riguarda la presentazione della relazione della Commissione Federale di Valutazione e Controllo Eutanasia (la FCCEe) con i dati
dell’eutanasia per l’anno 2021. Un’analisi dettagliata di questi dati sarà resa pubblica nella relazione biennale (2020/21) della Commissione, che uscirà prossimamente.
➡ Le segnalazioni di Eutanasia
Si è riscontrato un leggero incremento delle segnalazioni. Per operare un confronto, i dati tra parentesi si riferiscono al 2020. Nell’anno 2021 c’è stato un leggero incremento del numero di segnalazioni di eutanasia ricevute dalla Commissione: da 2.444 nel 2021 a 2.699 nel 2020 (più 10,6%) ma sostanzialmente in linea con l’anno 2019 (2.655 casi).
Caratteristiche socio-demografiche dei richiedenti
- Per lingua:
- Fiamminghi: 2006, pari al 77,3% (contro i 1.836, ossia il 75,1%, dello scorso anno)
- Francofoni, invece, sono stati 693, ossia il 25,7% (contro i 608, pari 24,9%).
- Per sesso:
- Donne: 1.327, ossia il 49,2% (contro le 1.223, pari 50,02% dello scorso anno);
- Uomini: 1.372, ossia il 50,8% (contro i 1.221, pari al 49,98%);
- Per metodo: In Belgio è consentita solo l’eutanasia.
- Per natura della patologia:
- Affetti da tumori sono stati 1.696, pari allo 62,8% (contro i 1.569, ossia lo 64,2%, dello scorso anno);
- Affetti da malattie del sistema nervoso come la SLA o il parkinson sono stati 213, ossia il 7,9% ( contro i 187, pari al 7,7% dello scorso anno);
- Affetti da malattie al cuore e ai polmoni non causate da tumori erano 162, ossia il 6,0% (contro i 149, pari al 6,1%);
- Affetti da più patologie sono stati 478, ossia 17,7% (contro i 421, pari 17,2%, nello scorso anno);
- Affetti da disturbi psichiatrici e cognitivi, invece, erano 51 casi, ossia l’1,9% (contro i 43, pari all’1,8%, nel 2020, e in linea con il 2019, quando essi erano stati 49 e l’1,8% del totale).
- Altre affezioni erano 101, ossa il 3,8%, contro i 75 dello scorso anno, pari al 3,2%.
- Per natura della sofferenza:
- Fisica e psichica: 2.162 – 80,1% (2.068 – 84,6%);
- Solo fisica: 481 – 17,8% (329 – 13,5);
- Solo psichica (da non confondere con affezioni psichiatriche): 56 – 2,1% (47- 1,9%).
- Per età:
- Minori: 0 (1);
- Da 18 a 59 anni: 329 – 12,3% (300 – 12,3%);
- Da 60 a 69 anni: 537 – 19,9% (300 – 12,3%);
- Da 70 a 79 anni: 746 – 27,6% (704 – 28,8%);
- Da 80 a 89 anni: 791 – 29,3% (664 – 27,2%);
- Da 90 anni in poi: 294 – 10,6% (260 – 10,6%)
- Stato della malattia:
- Malato terminale: 2.269 – 84,0%, di cui il 73,1% sofferenti di tumore (2.133 – 88,5% di cui il 78.8%% malati sofferenti di un tumore);
- Malato non terminale: 430 – 16% (311 – 11,5%): incremento originato soprattutto da
- Affetti da più patologie, nel 2021:191 contro 143 nel 2020 (ossia +43%).
- Luogo del decesso:
- Abitazione: 1465 – 54,3% (1.325 – 54,2);
- Ospedale: 799 – 29,6% (756 – 30,9%);
- Case di riposo e di cura: 387 – 14,3% (301 – 12,3%);
- Altri: 48 – 1,8% (62 – 2,5%).
Pendio scivoloso
I decessi in seguito all’eutanasia di malati psichiatrici e dementi nel periodo 2018/2021 non ha subito variazioni significative: si è passati dai 57 (2,4%) del 2018 ai 49 (1,8%) del 2019, ai 43 (1,8%) del 2020 e ai 51 (1,9%) del 2021. La stabilità dei casi mostra la prudenza dei medici nell’applicazione dell’eutanasia per questa categoria di malati, segno che del pendio scivoloso non c’è l’ombra.
➡ Altre osservazioni
Il gruppo di pazienti più importante in numero sono quelli con una malattia oncologica. Tra questi, sono stati principalmente coinvolti coloro che avevano un tumore dell’apparato digerente, alle vie respiratorie o al seno. I motivi per richiedere l’eutanasia includevano la presenza di metastasi sintomatiche non curabili, l’esaurimento delle opzioni terapeutiche o il probabile insuccesso di altre, l’estesa recidività del tumore, non trattabile e fallimento delle cure palliative convenzionali.
Il processo inarrestabile di deterioramento e/o paura di ulteriori sofferenze senza prospettive, causa inoltre sofferenze psicologiche. È stato ripetutamente riportato che i trattamenti palliativi convenzionali non erano in grado di controllare il dolore in modo accettabile per l’individuo. Dopo le malattie oncologiche, la poli patologia è il motivo più importante per richiedere l’eutanasia.
Il numero di segnalazioni riguardanti la polipatalogia di segnalazioni è rimasto stabile nel 2021. Più del 71% di questa categoria aveva più di 80 anni. Soffrivano di una combinazione di diverse condizioni gravi e incurabili e per quasi il 50% il loro decesso non era previsto a breve termine. La sofferenza dei pazienti con poli patologia è sempre causata da una combinazione di varie condizioni croniche che evolvono verso uno stadio finale. Anche nella poli patologia la sofferenza deve avere una base medica. La sensazioni di vita compiuta, la stanchezza di vivere o la vecchiaia, in assenza di una condizione grave e incurabile, non costituiscono motivo per richiedere l’eutanasia.
Disturbi psichiatrici e cognitivi
Il numero di richieste di eutanasia eseguito sulla base di disturbi psichiatrici e cognitivi rimane stabile ed è piuttosto basso. In tutti questi casi è stato possibile stabilire che i requisiti stabiliti dalla legge erano soddisfatti (un paziente capace di intendere e volere, una richiesta scritta, una condizione clinicamente disperata, una sofferenza insopportabilmente persistente e intrattabile causata da una malattia grave e incurabile e una richiesta ripetuta).
Nel corso del 2021 è stata applicata l’eutanasia su 24 pazienti psichiatrici. Il numero di pazienti è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2020 e al 2019 (22 nel 2020 e 25 nel 2019). Tutti i casi sono stato considerati non curabili dai medici segnalanti.
Il numero di pazienti, capace di intendere e volere, con disturbi cognitivi come l’Alzheimer, è rimasto stabile rispetto al 2020 e al 2019: 26 nel 2021, 22 nel 2020 e 26 nel 2019). Per demenza si intende una condizione incurabile in cui sono influenzati sia il contenuto della coscienza che il grado di coscienza.
Violazione dei requisiti di accuratezza
Nessun caso di violazione dei requisiti richiesti dalla legge era di una tale gravità da rinviare il medico al Pubblico Ministero.
Olandese di nascita e italiano di adozione. Attualmente è membro della Direzione dell’Associazione Luca Coscioni. Una carriera professionale come revisore contabile e successivamente come consulente aziendale. Dopo la sua decisione di terminare la carriere professionale, si è dedicato al volontariato. Da più di 40 anni è socio dell’Associazione Olandese di Fine-vita Volontario (NVVE). Circa 5 anni fa, dopo l’ennesima “fake-news” sull’eutanasia in Olanda, ha deciso di pubblicare un saggio, frutto di circa 3 anni di ricerca, sulla legislazione olandese e la sua applicazione. Nel 2017 pubblica “Libertà di decidere – fine-vita volontario in Olanda”. Attualmente è rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni alla Word Federation of Right to Die Societies.