Della vicenda di Mario, della violenza e della mancanza di rispetto di tanti

C’è da tirare un sospiro di sollievo quando almeno i tribunali danno attuazione ai principi costituzionali, mentre il resto delle istituzioni si limita al boicottaggio. Giova ripetere che la sentenza della Consulta sul diritto al suicidio assistito qualora si verifichino determinate condizioni, rimane inapplicata per il vigliacco rimpallo fra chi dovrebbe attuarla, con il nascondersi dietro il dito della mancanza di una legge, che ci si rifiuta di approvare. Le priorità sono sempre altre, dimenticando che i diritti civili sono anche diritti sociali.

Migliaia di persone sono costrette a convivere oltre che non il dramma di una patologia irreversibile e con il conseguente disagio e dolore, anche con la mancanza dell’unico sollievo, il poter scegliere quando questa situazione non sia più sopportabile: un diritto riconosciuto continua ad essere un privilegio. Non riesco a festeggiare di fronte alla sofferenza altrui, davanti a questo continuo scaricabarile, una decisione personale e insindacabile, permessa e legale anche nel nostro inadeguato ordinamento, viene volutamente intrappolata fra le pastoie della burocrazia.

La fattibilità medico scientifica del suicidio assistito diventa motivo persino di rivendicazioni politiche, ponendo in primo piano il primato dell’ideologia e della propaganda invece di quello dell’ideologia o più umanamente della pietà. Troppe persone, me compreso, da un numero indefinito di anni, ci troviamo a dipendere dall’assistenza altrui in ogni aspetto della vita quotidiana e dobbiamo subire persino la crudele violenza di chi parla senza avere la minima nozione di cosa significhino le proprie parole. noi non ci facciamo portavoce della cultura della morte, semplicemente rivendichiamo il rispetto della vita e della dignità di ciascuno.

Nel pensare a Mario, così come abbiamo scelto di chiamarlo, lo ringrazio di cuore del passo in avanti, vorrei proteggerlo appunto dalla violenza e dalla mancanza di rispetto di tanti e soprattutto gli auguro, che questa conquista non sia accompagnata da passi indietro, non possiamo permettercelo.