Coronavirus: le proposte per la Fase 2

Intervento di Marco Gentili durante la Quinta sessione di Coronavirus, scienza e diritti

Eccoci di nuovo ed è sempre un piacere.

In questi giorni sento tanto parlare di ripartenza e di fase due, a volte mi pare di assistere a una gara, dove ognuno lancia la sua ipotesi, più o meno sensata, quindi dato che non infastidisco nessuno, anche io ho provato a soffermarmi su qualche punto.  

Ad occhio e croce, mi pare si sia accumulato un bel po’ di ritardo, nel resto d’Europa ci si sta organizzando per ricominciare a vivere e produrre, attraverso provvedimenti sensati, fattibili, progettati all’uopo, addirittura si pensa anche di riaprire le scuole, invece del tutto escluso in Italia, almeno fino a Settembre, ma forse chissà.

Finora risulta latitante proprio la programmazione, figuriamoci se si pensa di decidere qualcosa, di darsi un termine temporale preciso, ci si limita a sfogliare la margherita delle ipotesi, dalle più sensate alle più strampalate, facendo prevalere la politica del giorno per giorno, oggi siamo sopravvissuti, è andata bene, domani non si sa.

Giustamente ci si affida a comitati tecnici e scientifici, ma la politica deve anche scegliere e non limitarsi a prendere atto di numeri asettici; si potrebbe anche scegliere di fornire una chiave per leggerli, per dare loro un significato, magari sarebbe, così, più semplice farsi un’opinione e non affidarsi al soffio del vento.

Fermo restante che la linea guida deve essere la tutela della salute pubblica, il parere degli scienziati e degli “esperti” deve essere calato nella realtà, ragionando se determinati provvedimenti siano fattibili, se possano essere elaborati e compresi da coloro che sono chiamati a metterli in pratica. La tutela della salute e la riduzione de numero dei contagi appunto, ripeto, deve essere la stella polare di ogni decisione, ma la sicurezza, non è un concetto astratto, si realizza nell’organizzazione e nella programmazione, senza le quali non si potrebbe ripartire in maniera ordinata.

A breve qualcosa dovrà essere allentato, altrimenti oltre alla completa rovina dell’economia, aumenterebbe anche il malcontento popolare, fino ad episodi di disobbedienza civile, alla ricerca del primo capro espiatorio, ad aggravare una situazione già di per se precaria. Politica è soprattutto scegliere, assumersi le responsabilità delle conseguenze della scelta, cercare di dettare la linea, non limitarsi a subire; altrove si cerca una strada, qui ripeto siamo ancora nell’ambito delle ipotesi.

Si annunciano applicazioni per poter controllare i movimenti, per fare autocertificazioni, ma niente di concreto, non c’è un riferimento temporale, fra poco tutti pretenderanno di andare al mare e si inventano le scatole di plexiglass da montare sulla spiaggia, sauna compresa e nel caso si alzi un bel vento, anche qualche bel trauma qua e là, perché inizieranno a sbattere dove capita. La vedo dura chiudere l’accesso alle spiagge o impedirlo in quelle libere, ancora una volta si evidenzierebbe il classismo e l’ingiustizia sociale delle conseguenze di questo virus, che riesce ad essere sopportato solo da chi se la passa meglio.

È importante lasciare parlare la scienza, ma a un certo punto è necessario decidere e non limitarsi a lavarsene le mani, come fece Ponzio Pilato,  tutto sembra così improvvisato. Comunque quella delle scatole di plastica, è un ottima forma di distrazione. È facile immaginare che la popolazione Italiana, quasi per il suo intero, al mare vorrà andarci, a costo di passare per le campagne o calarsi da qualche scoglio, almeno sulle vacanze, servirebbe un po’ di buon senso, non solo il sapone per sanificare le mani.

Non serve a nulla l’improvvisazione, lasciare che altri, perché nominati più esperti, decidano, per una ripartenza in sicurezza serve il coraggio della scelta e le premesse non sono per nulla entusiasmanti: dopo essere stati, in Europa, un fulgido esempio circa le pratiche di contenimento della pandemia, si è passati al fanalino di coda, perché è difficile indicare la strada da seguire e preparare i bagagli per il viaggio.

In questo caso si manifesta anche la pochezza di certa classe politica, pronta a rinfacciare tutto, a gridare alla luna, ad indicare solo colpevoli e non soluzioni, se qualcosa va storto; si limita solo alle urla di propaganda. Si pretende un aiuto dall’Europa quando è impossibile trovare un minimo comune denominatore interno, dato che prevalgono i tornaconti personali e di partito fino alla diffusione di notizie non veritiere, con l’unico scopo di creare confusione e di danneggiare gli interessi Italiani. In questo caso, potrebbero essere fatti i nomi,, ed è un dato di fatto, a parte l’utilità o meno di certe forme di comunicazione per inchiodarli alle loro responsabilità; sembrano dedicarsi alla gara di chi la spara più grossa, anche per un voto in più e per un fetta di un immaginario futuro potere, perché è quello che interessa, non la salute pubblica o il modo migliore per fare ripartire l’economia.

Davanti a questo sfacelo, mi viene in mente solo un consiglio, mantenere la calma, essere ragionevoli e propositivi, qualora si evidenzi un problema, non limitarsi ad elencare il malcontento. Quello comunque esiste e se non accadrà qualcosa, finirà per travolgerci.

Di positivo avverto che finalmente si comincia a capire che una priorità è rendere dignitoso sia il vivere che il morire. Io mi sento ancora più orgoglioso di aver contribuito, nel mio piccolo, alla battaglia per affermare tali priorità.

L’Associazione Coscioni, in cui milito, similmente al colibrì, da parecchio tempo, rischiando personalmente, fa la sua parte ed ora vede la giustezza delle sue idee!!!

Per aspera ad astra.

Spero di non avervi annoiato troppo .