Carlo Troilo nel CdA della RAI, talmente normale da esser speciale!

carlo troilo

Come previsto dalle nuove norme, Carlo Troilo, da anni iscritto e dirigente dell’Associazione Luca Coscioni ha avanzato la propria auto-candidatura per il nuovo Consiglio d’Amministrazione della RAI. Nelle prossime settimane Camera e Senato saranno chiamati a eleggere quattro dei componenti del CdA del Servizio pubblico radiotelevisivo.

Quanto in effetti la RAI sia un servizio pubblico è sotto gli occhi di tutti. Siamo reduci da una campagna elettorale dove, oltre alle solite inguardabili tribune politiche previste in orari in cui nessuno guarda la televisione, per quasi due mesi gli schermi d’Italia son stati invasi dalle solite tre o quattro facce che, senza una domanda o un minimo di contraddittorio, per ore hanno invaso l’etere di micro-comizi con cui commentavano a caldo temi caldissimi.

Un servizio pubblico degno di tal nome, anzi che rispettasse gli obblighi previsti dal contratto che firma col governo, dovrebbe garantire non solo pari accesso a chi ha qualcosa da dire, specie in campagna elettorale quando l’utente esercita i propri diritti politici, ma dovrebbe anche dedicare tutto il tempo necessario per rendere fruibili argomenti complessi o temi che hanno implicazioni e ripercussioni sulla collettività. Sono anni invece che la RAI è asservita a interessi particolari e che all’informazione sostituisce programmi di cosiddetto intrattenimento di qualità inesistente e, spesso, di consolidamento di un mondo fatto di suore, preti e carabinieri che non esiste più.

La nuova legge per la RAI prevede che, un po’ come succede per gli organi di garanzia costituzionale, il CdA venga composto con nomine governative, elezioni dei parlamentari e di rappresentanti dell’azienda. Non credo che sia un modello necessariamente migliore del precedente ma almeno consente a “semplici cittadini” di poter aspirare all’incarico. Carlo Troilo ha deciso di partecipare alle possibile selezione parlamentare. E ha fatto molto bene.

Come si sa, il motto dell’Associazione Luca Coscioni è “Dal corpo dei malati al cuore della politica”,  ma se di politica da sempre son pieni i palinsesti della RAI, dei problemi che i malati incontrano, della violazione dei loro diritti, a partire da quello alla salute, o delle limitazioni arbitrarie, spesso incostituzionali, che la ricerca scientifica subisce per mano della politica non se ne trova traccia nei programmi della TV di Stato che sovvenzioniamo con il canone infilato nella bolletta della luce.

L’Associazione Luca Coscioni sostiene l’auto-candidatura di Carlo Troilo al CdA perché è convinta che occorra garantire la presenza di qualcuno che, da giornalista professionista e militante della libertà di stampa e dei diritti umani, da sempre si preoccupa della laicità dello Stato – e quindi della politica – e da sempre persegue occasioni di confronto e contraddittorio su temi troppo spesso ritenuti “sensibili” ma che invece sono cruciali per la società. Tra l’altro, Carlo Troilo è l’unico candidato che si presenta con un slogan: “RAI, di tutto di più. Ma soprattutto di più su diritti civili”.

E’ troppo tempo che la RAI viola il proprio contratto di servizio che le affida precisi compiti relativi alla quantità e qualità dell’informazione. In un momento in cui ci si dice che la politica stia vivendo un nuovo corso, occorre garantire l’accesso a temi di interesse generale e ad attori che si adoperano per il pieno rispetto della legalità costituzionale e la tutela dei diritti di tutti. Quella che i commentatori chiamano pluralità, da sempre in Italia è stata sinonimo di spartizione tra partiti, sindacati, potentati e Chiesa.

Il percorso professionale di Troilo e la sua militanza politica, da una decennio anche come dirigente dell’Associazione Luca Coscioni, ne fanno un candidato ideale per recuperare anni di informazione annacquata, se non avvelenata, da paure, rancori e argomenti anti-scientifici oltre che di occupazione sistematica di interessi particolari. Troilo, il cui lungo curriculum è qui sotto, potrebbe esser un granello di tradizione laica che potrebbe inceppare la macchina.

Carlo Troilo presenta la sua candidatura


Il curriculum di Carlo Troilo

Laureato in giurisprudenza nel 1961 Carlo Troilo è un giornalista poliglotta dal 1971.

Esperienze Lavorative

  • 1962 – 1963 Impiegato alla Banca Commerciale Italiana (Comit France, Nizza)
  • 1964 –  1979 Ufficio stampa dell’IRI (capo dell’ufficio dal ’74 al ’79) negli “anni d’oro” dell’Istituto, che all’epoca guidava il primo gruppo industriale d’Europa.
  • 1980 – 1981 Capo ufficio stampa del ministro del Commercio estero, Enrico Manca.  Organizza gli “Stati generali del commercio estero”, da cui nasce la prima riforma dell’ICE.
  • 1982 – 1984  Capo della segreteria tecnica e dell’ufficio stampa del ministro delle Partecipazioni  Statali, Gianni De Michelis. Tra l’altro, organizza dieci “Conferenze regionali delle Partecipazioni  Statali”, volte a far sviluppare attorno ai grandi stabilimenti dell’IRI e dell’ENI (spesso “cattedrali nel deserto”) una rete di attività indotte che creino nuova occupazione.
  • 1984 – 1986 Responsabile dei Rapporti Istituzionali della STET, la più importante  Finanziaria del Gruppo IRI. Dà vita, nella controllata SIP, all’ufficio “per la tutela dell’utenza”.
  • 1986 – 1987 Il presidente dell’IRI Romano Prodi  lo nomina Direttore del Consorzio IRIS ( ITALSTAT, RAI,  ITALSIEL e STET) per la valorizzazione dei Beni Culturali, che presenta progetti a valere sui fondi stanziati dalla legge De Michelis – Gullotti per i cosiddetti “giacimenti culturali”. Progetta e realizza l’informatizzazione del Sistema Bibliotecario Nazionale..
  • 1987 – 1994  Direttore delle Relazioni Esterne della RAI con i presidenti Manca, Pedullà e De Matté (vedi paragrafo dedicato).
  • 1995 – 1998 Responsabile di promozione e marketing nella direzione RAI – Cinemafiction. Promotore del primo Festival di cartoni animati, “Cartoons in the bay”, che nasce ad Amalfi nel 1996. Segretario generale di Umbria  Fiction TV, principale festival della fiction televisiva nel mondo.
  • 1998 Lascia la RAI.  Per oltre un anno  è responsabile della Comunicazione della Associazione Nazionale Produttori Televisivi (APT).  Organizza una azione politico culturale a sostegno dell’audiovisivo europeo.
  • 1998 – 2005 Segretario Generale dell’ISIMM, Istituto di Studi per l’Innovazione nei mass media. Organizza decine di convegni per far “dialogare” fra loro  le imprese, le università e le forze politiche. .

Alla guida delle Relazioni Esterne della RAI

Assume l’incarico (aprile 1987) negli anni  più difficili della competizione con FININVEST, vinta – sul piano degli ascolti –  nel giro di due anni. Fra i suoi collaboratori, Agostino Saccà, responsabile della promozione video, e Giancarlo Leone, capo ufficio stampa.

Rinnova l’immagine del Servizio Pubblico coniando tra l’altro lo slogan “RAI, di tutto di più”.

Favorisce la realizzazione di programmi culturali (storia, opera lirica, teatro di prosa, danza classica, grandi eventi con interpreti come Sinatra e Minnnelli) e la loro trasmissione in prima serata, con lusinghieri indici di ascolto, ma sostiene fortemente anche  i programmi di intrattenimento, in particolare quelli di Renzo Arbore.

Organizza la presenza dei film prodotti o coprodotti dalla RAI nei Festival di Venezia, Cannes e Berlino e gli “eventi” RAI dal Festival di Spoleto.

In collaborazione con l’Alitalia, fa sì che il concerto di Natale dalla Basilica di Assisi divenga  un evento culturale ambitissimo, con interpreti di primo piano: assidua la partecipazione di Uto Ughi e di Salvatore Accardo.  Stesso successo per il concerto di Pasqua nel Duomo di Orvieto.

Come rappresentante della RAI nel comitato organizzatore dei Mondiali di Calcio,  spinge per realizzare l’ormai celebre concerto dei “tre tenori” a Caracalla. La RAI, in quegli anni, è davvero la principale impresa culturale del Paese.

Si impegna per contribuire a migliorare il livello della informazione televisiva spingendo i direttori dei TG e dei programmi di informazione  in tre direzioni:

  1. rendere i TG più attenti alle notizie ed ai  problemi diversi da quelli italiani;
  2. ridurre la maniacale attenzione alla politica interna ed alle posizioni dei partiti e puntare maggiormente sui problemi economici, sociali e culturali del Paese;
  3. non trascurare – esclusivamente in base al criterio dei voti ottenuti nelle elezioni – forze politiche “minori” ma portatrici di temi e di esigenze largamente sentiti dalla opinione pubblica.

Attività in associazioni civiche e impegno sui diritti civili

Nel 1988 è fra i soci fondatori di Roma Nuovo Secolo, una associazione presieduta da Alberto Benzoni, già vice sindaco di Roma, che  organizza ricerche e convegni sui principali problemi della Capitale.

Dal 2004 è nel Consiglio Direttivo della Associazione Luca Coscioni. Organizza gruppi di lavoro molto qualificati su sanità e disabilità e promuove convegni e seminari  sugli stessi temi. E’ impegnato in particolare sulle tematiche del fine vita, fino alla approvazione della legge sul biotestamento.

Pubblicazioni

Ha pubblicato tre libri, uno sul padre prefetto della Liberazione di Milano (“La Guerra di Troilo”, editore Rubbettino, 2005), il secondo  sull’IRI (“1964 – 1982: i venti anni che sconvolsero l’IRI”, editore Bevivino, 2007), il terzo su eutanasia e diritti negati (“Liberi di morire”, editore Rubbettino, 2012), con prefazione di Emma Bonino.

Social

Gestisce due blog, su L’Espresso e sul Fatto Quotidiano, e scrive frequentemente per Micromega e Huffington Post.