Il 20 aprile 2020 è iniziativa la campagna #IoColtivo, sostenuta anche dall’Associazione Luca Coscioni, una grande azione di affermazione civile con la coltivazione “fai da te” della cannabis. Perché ho aderito?
1. Garanzia della qualità del prodotto
Consumare cannabis anche a scopo ricreativo non è un reato in Italia. E’ però un reato produrla. Chi consuma cannabis è perciò costretto a ricorrere al mercato nero, con tutti i rischi collegati. Non ultimo la qualità del prodotto acquistato.
Attraverso il mercato nero il consumatore non sa quali livelli di THC e altri cannabinoidi contiene il prodotto acquistato. Difficilmente ne conosce anche solamente la varietà. Un’indagine della televisione svizzera del 2014 mise in luce come la cannabis che ogni giorno sbarca sulle coste della Puglia dall’Albania conteneva lacca, lana di vetro e piombo. Sostanze che vengono aggiunte per aumentare il peso della sostanza e quindi il suo valore sul mercato dello spaccio illegale.
2. Il mio consumo non danneggia altri
E’ intollerabile che il mio consumo di cannabis (che ricordo nuovamente essere consentito dalle norme in vigore) abbia dietro di sé una filiera fatta di ragazzi universitari che spacciano per potersi pagare gli studi rischiando ogni giorno la galera o di ragazzi che, dipendenti da altre sostanze e indebitati con il proprio fornitore, invece di essere aiutati e curati vengono lasciati nelle mani delle mafie.
3. La nostra democrazia non prevede ulteriori strumenti per spronare il potere
Nel 2016 abbiamo depositato alla Camera dei Deputati 67mila firme di cittadini italiani, come previsto dalla nostra costituzione, per una proposta di legge di iniziativa popolare che legalizzasse la cannabis e i suoi derivati. Nonostante ciò, a distanza di 4 anni il Parlamento non ha mai discusso la nostra proposta. Appelli, lettere, manifestazioni, incontri con i parlamentari e i presidenti della Camera (Laura Boldrini prima, Roberto Fico poi), hanno portato solamente a belle parole che non hanno comunque fatto scaturire un dibattito parlamentare. Non rimane dunque che questa strada, quella dell’autocoltivazione domestica per farsi sentire da un Parlamento sordo e muto.
Se la strada dell’interlocuzione politica ci è preclusa, non rimane che la strada dei tribunali mettendo in gioco la nostra libertà.
Per queste 3 ragioni coltivo pubblicamente cannabis e ogni settimana racconto qui come procede la coltivazione.

Membro del Consiglio Generale dell’Associazione Luca Coscioni. Dal 2013 è Responsabile delle Iniziative sul Fine Vita . Ha organizzato la raccolta firme per la proposta che ha portato alla legge 219/2017. Nel 2020 con una disobbedienza civile si è autodenunciato per coltivazione di cannabis per uso personale. Autore di “Testamento biologico e consenso informato“ e “Io Coltivo – Diario di una disobbedienza”.