Due tribunali pugliesi hanno affermato che il riconoscimento dello stato giuridico dei nati da gravidanza per altri all’estero è un diritto inviolabile. Due giudici hanno cioè agito nell’interesse dei minori, garantendo loro il pieno riconoscimento di figli legittimi e di entrambi i genitori eterosessuali, non solo quello biologico. Ma nel nostro paese la maggioranza di Governo, incurante delle continue sollecitazioni della Consulta (le ultime nel 2021) invece di emanare una legge garantendo i rapporti di filiazione anche per le coppie dello stesso sesso, e di proporre una norma che regolamenti la Gpa, cosa ha fatto?
Il Ministero degli interni ha emesso una circolare che è un atto giuridicamente non vincolante e l’ha inviata ai sindaci per bloccare la trascrizione completa dei certificati di nascita dei figli di coppie di due donne o due uomini, omettendo le inadempienze del Parlamento in risposta alla Corte costituzionale. La Corte aveva sollecitato il legislatore a intervenire proprio per eliminare le discriminazioni tra i figli, ritenendo anche che la soluzione dell’adozione in casi speciali comunque lasciava in atto discriminazioni.
La circolare non è vincolante per tre motivi: innanzitutto perché non tiene conto che, secondo il codice civile, gli atti di stato civile devono rispecchiare la cosiddetta ‘disciplina sostanziale degli status’: in questo caso l’atto di nascita deve rispecchiare il possesso dello status di figlio. In secondo luogo, un Decreto del Presidente della Repubblica (396/2000) stabilisce che le dichiarazioni di nascita di cittadini nati all’estero debbano essere fatte secondo la legge del luogo, e quindi debbano essere trascritte come vengono prodotte dalle competenti Autorità. Infine, il Massimario dell’Ufficiale di Stato Civile stabilisce che ‘non compete all’ufficiale di stato civile entrare nel merito dello status del neonato ed esprimere valutazioni contrastanti con quanto risulta nella documentazione presentata’. La trascrizione dei certificati di nascita emessi da una autorità straniera deve essere effettuata integralmente altrimenti la tutela dello status giuridico del minore non è garantita, oltre a determinare una palese discriminazione in riferimento al sesso dei genitori.
In ultimo il presidente della commissione Politiche europee Giulio Terzi, soddisfatto per la maggioranza di Governo, rende noto il parere negativo al Senato sulla Proposta di Regolamento UE in materia di filiazione. La proposta della Commissione Europea riguarda esclusivamente la tutela dei minori che godono del pieno riconoscimento dello stato di figlio in un paese membro dell’UE e la loro libertà di circolare nello spazio europeo conservando i propri diritti e la propria identità.
Il principio secondo il quale nell’UE la filiazione è riconosciuta fra gli stati membri in modo reciproco (tu sei mio figlio in Italia e dunque lo sei anche in Francia; tu sei figlio mio in Belgio e dunque lo sei anche in Italia) è un principio logico, giusto e fondante il vivere comune degli Stati europei. Se in Italia sei figlio tramite adozione, sarai riconosciuto figlio dei tuoi genitori adottanti anche nei paesi dove questo tipo di filiazione non è lecita. Questo è un principio da affermare indipendentemente da come si acquisisce la qualità di figlio e di chi sei figlio. Ciò non avrebbe imposto ai singoli paesi di adottare una legislazione diversa da quella che vogliono, ma semplicemente si sarebbe riconosciuta ai cittadini europei la loro condizione di filiazione dichiarata e legittimata dallo stato di provenienza.
Come Associazione Luca Coscioni abbiamo assistito legalmente le coppie che si sono viste negare la corretta trascrizione degli atti di nascita e siamo riusciti a ottenere decisioni dei tribunali che hanno portato alla loro integrale trascrizione. Avevamo inviato in Senato una memoria a sostegno della proposta di regolamento della Commissione Europea e stiamo lavorando anche a un appello al Parlamento per il deposito di una norma sulla “Gravidanza solidale per altri” che regolamenti il percorso di PMA anche in Italia, lasciando intatto il divieto di commercializzazione nella legge 40/04.
La maggioranza di Governo ha fatto una scelta politica con il voto negativo sul Regolamento UE, decidendo di lasciare privi di tutela milioni di bambini. La stessa scelta politica è stata fatta con quella circolare, che però non è vincolante per i Sindaci. Li invitiamo quindi a trascrivere gli atti di nascita che riceveranno al fine di garantire i diritti fondamentali dei bambini nati in forza di norme di garanzia già esistenti nel nostro ordinamento e non secondo una scelta politica imposta.
Certo è che l’agire di questo Governo ci allontana dall’Europa e dalla forma di Repubblica democratica che garantisce i diritti di tutti. O che dovrebbe farlo.
Filomena Gallo è Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. Avvocata cassazionista è esperta in diritto di famiglia, diritto internazionale e in problematiche legislative nelle biotecnologie in campo umano. Docente a contratto presso l’Università di Teramo, ha seguito la maggior parte dei procedimenti legali che hanno portato agli interventi della Corte Costituzionale con dichiarazione di incostituzionalità della legge 40/04.