Da quest’estate, all’ospedale dell’Università di Zhengzhou nella provincia di Henan in Cina, verranno iniettati quattro milioni di neuroni immaturi derivati da cellule staminali embrionali umane nel cervello di persone affette da Parkinson. Sarà il primo studio clinico cinese in cui vengono usate quelle cellule e il primo al mondo per la terapia della malattia di Parkinson con cellule tratte da embrioni fecondati. Un secondo studio inizierà in contemporanea nella stessa città, sempre con le cellule staminali embrionali, per curare la perdita della vista causata dalla degenerazione maculare legata all’età.
Nel giugno del 2005 l’Italia votava su quattro referendum per abrogare la Legge 40 che limitava fortemente la procreazione medicalmente assistita e proibiva la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali. Grazie alla leadership di Luca Coscioni, affetto da sclerosi laterale amiotrofica e tra i primi in Italia ad aver posto quel tipo di ricerca al centro dell’agenda politica nazionale, in poche settimane si raccolsero intorno alle proposte referendarie forze liberali, socialiste, progressiste che, con intellettuali e ricercatori di fama internazionale oltre che centinaia di militanti dei diritti umani, cercarono di opporsi a una legge liberticida con gli strumenti consentiti dalla Costituzione.
Anche a seguito di una forte campagna per l’astensione delle gerarchie vaticane, nonché dei conservatori di destra e di sinistra, solo il 25 percento degli elettori votò – di questi quasi il 90 si espresse a favore delle modifiche proposte dal Comitato referendario. Quella mobilitazione segnò un salto di qualità per chi, come l’Associazione Luca Coscioni, agisce per attivare la società e l’opinione pubblica a favore delle libertà individuali, ivi compresa quella della ricerca scientifica, e contro atteggiamenti oscurantisti e anti-scientifici.
All’indomani del non raggiungimento del quorum, l’Associazione Luca Coscioni, assieme a Emma Bonino, Marco Pannella, Radicali italiani, i socialisti dello SDI e la loro federazione giovanile, fecero evolvere quel progetto politico per affermare diritti civili nella “Rosa nel Pugno” – un raggruppamento che alle elezioni del 2006 rappresentò la novità politica ed elettorale che fece vincere la coalizione di centro-sinistra. In quegli anni, grazie all’arrivo di Filomena Gallo, che oggi è segretario dell’Associazione, iniziarono i ricorsi davanti ai tribunali locali, la Corte Costituzionale e le giurisdizioni internazionali per smontare pezzo per pezzo la Legge 40 del Governo Berlusconi.
Nel 2009 fu cancellato il limite di tre ovociti fecondabili e l’obbligo di unico e contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti. Nel 2014 fu la volta della cancellazione del divieto di fecondazione cosiddetta eterologa. Nel 2015 fu cassato il divieto di accesso alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche, mentre la Corte Costituzionale chiarì che la selezione degli embrioni a seguito di diagnosi preimpianto non è eugenetica. Infine, nel 2016, la Consulta ha dichiarato inammissibile il dubbio di costituzionalità sul divieto degli embrioni alla ricerca non perché non fosse fondato, ma perché necessario un intervento del Parlamento. Un decennio di intenso lavoro legale, istituzionale e politico ha dato risultati che parevano irraggiungibili.
L’impossibilità di donare alla ricerca pura gli embrioni crio-conservati prima dell’entrata in vigore della Legge 40 e l’impossibilità di produrre cellule staminali embrionali in Italia restano le ultime proibizioni della Legge 40 e sono i temi che saranno al centro di un convegno organizzato dall’Associazione Luca Coscioni che si terrà il 13 giugno presso la Sala degli Atti Parlamentari “Giovanni Spadolini” del Senato della Repubblica in Piazza della Minerva a Roma.
L’incontro ricorderà le tappe della riforma e presenterà gli ultimi ricorsi dei giuristi coordinati da Filomena Gallo sul divieto di consentire la ricerca scientifica sugli embrioni sovra-numerari. Allo stesso tempo verrà lanciato un appello al Parlamento e al Governo che chiede una deroga al divieto della Legge 40 e che prevede che gli embrioni non idonei per una gravidanza possano essere donati alla ricerca. Occorre portare l’Italia nella scienza del Terzo Millennio.
Gli esperimenti a Zhengzhou sono anche il frutto di una normativa che neI 2015 in Cina ha stabilito, tra le altre cose, che gli ospedali che prevedono di condurre studi clinici con cellule staminali devono usare linee cellulari certificate, oltre che superare stringenti procedure di revisione ospedaliera. La squadra che presto inietterà quelle cellule ha completato quattro anni di sperimentazioni su scimmie che hanno soddisfatto i requisiti governativi. La neurobiologa Malin Parmar – esperta in medicina rigenerativa e responsabile di un gruppo di lavoro sul Parkinson dell’università di Lund, in Svezia e che l’anno scorso ha partecipato a un incontro che l’Associazione Luca Coscioni ha promosso alle Nazioni unite, ha detto recentemente a Nature che molti gruppi “si stanno rapidamente indirizzando verso sperimentazioni cliniche [con staminali embrionali], un campo che nei prossimi anni sarà molto effervescente”.
Se sulle attività cinesi occorrerà tenere gli occhi ben aperti per controllare come in effetti evolveranno gli esperimenti sui pazienti, in Italia siamo ancora nella fase dell’abbattimento di una proibizione relativa all’approvigionamento di cellule, una proibizione che tra l’altro costa molto cara a chi fa ricerca.
A fine settembre a Torino si terrà il G7 della scienza, al governo Gentiloni offriamo un’occasione per poter iniziare ad allineare l’Italia ai grandi della Terra sulla ricerca sulle cellule staminali embrionali e far fare un sincero balzo in avanti alla scienza Made in Italy rispetto alle “ultime scoperte” italiane che in questi giorni godono di ottima, e forse immeritata, stampa.