Questo appuntamento vede il decennale e il IX congresso dell’Associazione Luca Coscioni, se bilanci vanno fatti, l’ Associazione non è maggiorenne, non ha il 18esimo anno di età, ma sta crescendo bene e come elementi di questa buona salute è la circostanza che siamo sempre più l’essere interlocutori di principali attori del paese su alcuni temi. Già in alcuni casi abbiamo avuto modo di vedere lo stesso Comitato Nazionale di Bioetica, quando chiamiamo i loro rappresentanti snobbati anche dal Governo, vedono in noi un luogo di elaborazione politica e punto di riferimento fondamentale. Altro elemento così evidente è che sostanzialmente se non ci fossimo, ‘Avvenire’ ci dovrebbe inventare perché popoliamo le loro pagine quotidianamente, perché siamo quello che manca a tante altre, pur benemerite, associazioni che si occupano di laicità, disabilità o varie consulte ma non è un concentrato di scienziati, malati, ricercatori e società civile come spesso viene detto nella sua complessità, che è quello che abbiamo cercato di essere in questi anni. Questa felice ambiguità porta a dei limiti e fatiche quotidiane, uno dei tanti temi che l’Associazione anche nelle riflessioni interne si pone è quanto l’Associazione sia soggetto portatore di campagne squisitamente politiche e di comunicazione, quanto talvolta si trovi a sopperire a un servizio che ci viene richiesto, specialmente con le persone disabili che ti chiamano che ancora prima del problema della loro politica o del difetto di una assistenza, lamentano la risoluzione di questo problema. L’Associazione Luca Coscioni si barcamena felicemente in questo contesto e ci sono luci e ombre, cavalli di battaglia e alcuni temi che purtroppo riusciamo soltanto a enunciare e coniugare nelle nostre mozioni, che durante l’anno, non per nostra volontà, non riusciamo a dare forza. Quindi il mio intervento era anche una forma di appello: Nell’Associazione Luca Coscioni ciascuno, in particolare modo chi ci sta ascoltando, se ha visto coincidere alcune relazioni fatte con il proprio vissuto, bene, quello è il momento di manifestarsi e comunicarcelo perché noi siamo strumento del singolo che si vuole attivare e fare della sua situazione un momento di piena cittadinanza rispetto a dei diritti agiti e dei soprusi che diversamente non trovano spazio. Noi abbiamo sentito tanti legali ma non è soltanto l’agire legale, ma è darvi pubblicità e condurre una riflessione comune. Per esempio è di assoluta centralità è il tema della rianimazione a porte aperte, emerso da una nostra iscritta l’anno scorso, a cui non abbiamo potuto dare impulso ma è fondamentale riuscire a dare libero accesso ai luoghi di privazione totale e scollamento tra la famiglia e il paziente. Potrei continuare a fare altri esempi ma non mi dilungo. Un altro punto su cui volevo manifestare la mia completa coincidenza è sull’intervento su uno dei punti che ci ha evidenziato ieri Giuseppe Testa, ovvero che nell’immediato per le scadenze politiche che andremo a incontrare, e come Associazione dobbiamo fare di tutto per superare l’argomento, per cui i diritti civili sono eticamente sensibili e non costituiscono tema dei programmi elettorali delle forze politiche rimettendolo al singolo eletto. è fondamentale smascherare questa falsificazione, sono punti fondanti di una visione del mondo e del governo delle cose e va incalzato, io penso che sia importante per tutti vedere per esempio il proprio candidato nel proprio collegio nominale e chiedergli un orientamento, perché questo è centrale per la vita delle persone, questo è un mosaico complessivo dal divorzio breve a altri temi, che imporrebbe al nostro ordinamento una riforma complessiva del diritto di famiglia, una nuova riforma del diritto di famiglia, senza contare il tema di fine vita. Io non mi dilungo oltre se non per dire che attraversiamo un momento politico particolare in cui il governo dei tecnici su questi temi non solo rivendica una estraneità per cui non si esprime, ma che sarebbe vero se poi non coniugasse interventi incisivi in temi che non sono proprio tecnici. Ma rispetto a alcuni interventi negli ambiti costituzionali, non ultimo il nomenclatore tariffario fatto approvare da Maria Antonietta Farina Coscioni, che aveva una tempistica scadenzata in cui il governo si era impegnato a mettere sul sito l’effettivo impegno per sbloccare lo stesso nomenclatore, scorporando Delea, nonostante fosse l’unico atto di indirizzo politico a cui i cosiddetti tecnici non si potrebbero sottrarre. Io non vado oltre se non rammaricarmi, perché le valutazioni tipiche dei soggetti associativi sulle valutazioni dell’organizzazione, su come ragionare e rinforzare anche l’organizzazione della nostra presenza sul territorio, per esempio l’Associazione Luca Coscioni ha un problema di incompiutezza rispetto alla organizzazione territoriale, se, come, quale se la vuole dare e in che misura efficacia quella che ha, quindi suggerisco agli organi dirigenti di dedicare sessioni specifiche e riflettere, perché tutto quello che noi elaboriamo e ci prefiggiamo, oltre alla elaborazione teorica con delle capacità di visione straordinarie, e credo che in questo congresso per la parte dei lavori che ho sentito quanto faceva emergere, delineava il professor Cossu sulle malattie del prossimo futuro, sicuramente è fondamentale, oltre alla capacità di individuare i problemi nel prossimo futuro, prevederli, anticiparli e proporre come governarli, dobbiamo monitorare e cercare di fare il processo di prova e errore anche sulla nostra organizzazione interna e territoriale. Grazie.