Che la legge 40/2004 fosse per gran parte una legge palesemente ideologica in contrasto con la legge 194 era chiaro sin dall’inizio e non è stato assolutamente sorprendente la sentenza della Corte Europea di Strasburgo che ha dichiarato contraria alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo la legge 40 in quanto vieta alle coppie fertili e portatrici di malattie genetiche il ricorso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) per eseguire la diagnosi genetica preimpianto (PGD). Sia da un punto di vista logico che medico la PGD non e’ altro che l’anticipazione di quella diagnosi prenatale che viene frequentemente effettuata in gravidanza. Ma come può essere ragionevole e giusta una legge che vieta a queste coppie di individuare gli embrioni malati e trasferire embrioni sani mentre un’altra legge permette, una volta ottenuta la gravidanza, di diagnosticare lo stato di salute del feto (con diagnosi prenatale mediante villi coriali o amniocentesi) e se malato interrompere la gravidanza con tutti i rischi e le ripercussioni psicologiche per la donna che questo atto comporta? Ma perchè dover aspettare la formazione del feto se esiste la possibilità di effettuare l’analisi genetica dell’embrione in-vitro cosi di sapere prima dell’impianto nell’utero della madre se l’embrione è sano o malato? Questa frontiera scientifica rappresenta un progresso che nessuna ideologia e nessuna religione possono negare. Operatori, pazienti, associazioni di pazienti e l associazione Luca Coscioni per la liberta di ricerca scientifica in questi anni hanno con impegno costante lavorato affinché i diritti delle persone ritornassero ad essere disponibili e scienza non fosse mortificata.