Come donare il corpo alla ricerca scientifica

Dal 2020 è possibile donare il proprio corpo, dopo la morte, per rendere possibili nuovi studi e una migliore formazione dei medici e di tutti coloro che operano in ambito sanitario

Dopo anni di attesa, è ora in vigore la legge 10/2020 intitolata «Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica». Grazie a questa legge è possibile donare il proprio corpo e i propri tessuti alla ricerca scientifica e alla formazione medica.

Avere infatti corpi di defunti sui quali compiere studi ed esercitazioni è essenziale per la buona formazione degli studenti di medicina così come per il progresso di studi di particolari malattie o terapie.

La volontà di donare il proprio corpo deve essere espressa all’interno delle proprie disposizioni anticipate di trattamento (DAT, comunemente chiamate “Testamento biologico”) o con apposito documento di consenso informato riportante la volontà di donare il proprio corpo alla ricerca.

E’ sufficiente dunque compilare le proprie DAT o il proprio documento di consenso informato, inserendo anche la volontà di donare il proprio corpo alla ricerca, e depositarle gratuitamente presso l’Ufficio di Stato civile del proprio Comune di residenza oppure a pagamento presso un notaio su tutto il territorio nazionale. La normativa prevede anche la possibilità di depositare questi documenti presso le aziende sanitarie, ma al momento questa possibilità non ci risulta essere funzionante.

Per dare seguito alla volontà di donare il proprio corpo, è necessario indicare nelle DAT anche un fiduciario, ossia una persona di nostra fiducia che si faccia carico di far rispettare le nostre volontà quando non saremo più in grado di prendere decisioni autonome o -come in questo caso- quando saremo morti. In assenza di un fiduciario indicato nelle DAT, non è possibile diventare donatori post-mortem, questo perché spetta al fiduciario, una volta accertato il nostro decesso, segnalare ai medici la nostra volontà di donare il corpo alla ricerca.

Una volta dunque compilata la DAT (qui puoi scaricare un modello preimpostato di testamento biologico) e indicato il fiduciario, il nostro consiglio è quello di informare anche le strutture accademiche che potrebbero ricevere il nostro corpo.

I centri identificati finora per la conservazione e l’utilizzazione dei corpi sono undici e sono distribuiti sul territorio nazionale:

  • Alma Mater Studiorum – Università di Bologna;
  • I.R.C.C.S. Multimedica;
  • Università degli studi di Padova;
  • Università degli studi di Brescia;
  • I.R.C.C.S. Istituto neurologico mediterraneo Neuromed;
  • I.R.C.C.S. Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato;
  • Azienda ospedaliero universitaria di Sassari;
  • Sapienza Università di Roma (servizio ancora non attivo);
  • Università degli studi di Messina (servizio ancora non attivo);
  • Humanitas University (servizio ancora non attivo);
  • Università degli studi di Palermo (servizio ancora non attivo).

La legge 10/2020 prevede inoltre che i corpi donati vengano comunque restituiti alla famiglia in condizioni dignitose entro un anno e che «gli oneri per il trasporto del corpo dal momento del decesso fino alla sua restituzione, le spese relative alla tumulazione, nonché le spese per l’eventuale cremazione sono a carico dei centri di riferimento».

Il 10 febbraio 2023 con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 47 è stato emanato il “Regolamento recante norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica“.