La pillola dei cinque giorni, a base di ulipristal acetato, ha ora ricevuto il parere tecnico positivo del Css ma non entrerà in commercio: perché questo avvenga occorre attendere un lungo iter che terminerà con il vaglio definitivo del consiglio di amministrazione Aifa, l’Agenzia italiana farmaco, che potrà sancirne la registrazione e quindi la commercializzazione. Una procedura, insomma, che si prospetta ancora molto lunga, come auspicato dai cattolici. Monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita, bolla la pillola (che è stata approvata dall’autorità farmacologica europea nel 2009 ed è già in commercio in Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna) come “un aborto di raffinata malizia: intercetta il processo di impianto già iniziato e quindi un essere vivente. Mi auguro che questa deliberazione venga respinta al governo”. Gli fa eco il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, che puntualizza: “Il Css ha specificato che la pillola è compatibile con la legge 194 se c’è un test che elimina ogni dubbio di gravidanza in atto”. I Radicali, invece, festeggiano il primo via libera e chiedono che venga massa in commercio in tempi brevi.
