Proibizioni italiane alla carne coltivata
Di recente, l’Associazione Luca Coscioni ha seguito gli sviluppi sulla carne coltivata. Dal 2023, infatti, una legge ad hoc voluta dal Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida vieta produzione, commercializzazione, importazione, quindi consumo di materiali prodotti da cellule provenienti da invertebrati. La legge non tocca direttamente la ricerca scientifica, ma è chiaro che la mancanza di potenziali sbocchi industriali in Italia scoraggia gli investimenti nazionali e farà spostare all’estero le start-up che avevano iniziato a investire nel settore.
Storia e produzione della carne coltivata
La carne coltivata (da alcuni impropriamente definita “sintetica”) si chiama così perché “coltivata” in laboratorio come derivato di cellule. Lo spiega chiaramente la biotecnologa Vittoria Brambilla, Consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni: “Il processo di coltivazione della carne utilizza gli elementi necessari per costruire muscoli e grasso e riproduce il medesimo meccanismo biologico che si verifica all’interno di un animale. Pertanto, a livello cellulare la carne coltivata è identica alla carne convenzionale e rappresenta un’innovazione rispetto alla produzione proteica alternativa a base vegetale e alla fermentazione”.
Il primo hamburger coltivato risale all’agosto 2013 e si deve al professor Mark Post e al suo team dell’Università di Maastricht. Da allora molte sono le ricerche per produrre una carne che non sia fatta di carne, una “utopia alimentare” che si sta lentamente materializzando in un grumo di fibre muscolari colorate con succo di barbabietola sintetizzato in laboratorio. In tutto e per tutto simile a un classico burger di carne macinata. Le ricerche riguardano anche bistecche o braciole anche di pollo.
L’impegno dell’Associazione Luca Coscioni e di Science For Democracy
Per approfondire il tema dal punto di vista scientifico e le sue implicazioni legali, l’Associazione Luca Coscioni ha organizzato un webinar a maggio del 2023, una commissione del XX Congresso di Milano, e ha lanciato un appello contro la proibizione della carne coltivata all’inizio del 2024 sottoscritto in pochi giorni da oltre 8.000 persone. Per opporsi alla proibizione del Governo, l’Associazione e Science For Democracy hanno presentato alla Commissione Europea un parere sulla legge italiana che introduce divieti in materia di carne coltivata in cui si affronta l’irragionevolezza della nuova normativa ai sensi del regolamento europeo sui novel food, la limitazione al principio di libera circolazione, la distorsione della procedura TRIS (che consente di esprimersi sul tema a tutte le organizzazioni) e del principio di precauzione, nonché la violazione del diritto alla scienza ai sensi dell’art. 15 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali.
Anche a seguito delle nostre segnalazioni, a marzo dello stesso anno la Commissione si è espressa negativamente sulla legge italiana, ritenendola inapplicabile perché in contrasto con la normativa comunitaria.
Un altro impegno per il diritto alla scienza
La ricerca e lo sviluppo sulla carne coltivata stanno procedendo in alcuni paesi europei, come la Danimarca o i Paesi Bassi, e altrove nel mondo (USA, Israele e Singapore). Se dovesse essere richiesta l’autorizzazione alla produzione per fini di alimentazione umana all’Ente per la sicurezza alimentare dell’Unione europea, le proibizioni arbitrarie imposte dall’Italia dovranno essere nuovamente essere messe in mora davanti alla Commissione Europea.
La campagna dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica sulla carne coltivata e per una regolamentazione basata sulle evidenze scientifiche si fonda sul “diritto alla scienza”, in particolare il “diritto a godere del progresso scientifico e delle sue applicazioni” previsto dal Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali dell’ONU.
Come tutte le attività dell’Associazione Luca Coscioni anche questa è autofinanziata. QUI tutte le info per sostenerla economicamente.