5 fra le molte ragioni per “sfiduciare” il ministro Lorenzin

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L’espresso
Carlo Troilo

Nelle ultime due settimane ho trovato sui giornali queste cinque notizie. Non bastano perché un parlamentare dell’opposizione presenti una mozione di sfiducia per il ministro della sanità Lorenzin, che perde tempo tentando di fare introdurre un assurdo “reato universale di utero in affitto”?

1) Fino a quando si potrà abortire in Italia? – E’ sconcertante leggere l’intervista al “Sole 24 Ore Sanità” di Silvia Agatone, presidente della associazione di ginecologi che si battono per l’applicazione della legge 194: quando andremo in pensione noi ginecologici che pratichiamo l’IVD, il diritto all’aborto sarà messo seriamente in forse e si tornerà in pieno (come sta già avvenendo) alla pratica degli aborti clandestini, molto più pericolosi per le donne. Eppure basterebbero misure semplici e di buon senso, come riservare nei concorsi il 50% dei posti a medici che non si dichiarino obiettori oppure organizzare le cose in modo che almeno un ospedale per provincia assicuri l’effettuazione dell’aborto entro 90 giorni.

2) Pazzi in libertà – Due leggi (del 2012 e del 2014) decretarono la chiusura degli OPG (Ospedali Psichiatrica Giudiziari) ed il trasferimento dei loro ospiti nelle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza). Poiché poche regioni hanno dato vita alle REMS, i giudici sono costretti a lasciare in libertà dei malati che sono “socialmente pericolosi”. Così rischiamo di essere aggrediti da un ospite di un OPG abbandonato a se stesso perché (è un caso reale) “glielo ha ordinato un extraterrestre dal suo disco volante”. Possibile che lo Stato – dopo aver irresponsabilmente ceduto la Sanità alle regioni – non sia in grado di costringerle ad applicare le leggi o di sanzionare le inadempienze? Chi se la sente di denunciare il ministro della sanità?

3) La lotteria della fecondazione eterologa
A due anni dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito il divieto di fecondazione eterologa la situazione è questa: le regioni (salvo due o tre) stentano ad organizzarsi, i centri pubblici sono del tutto insufficienti, zero donatrici. Risultato: le coppie italiane sono per lo più costrette a pagare in centri privati o ad andare all’estero, alimentando il “turismo ricreativo”). Malgrado questa situazione, “Avvenire” si scandalizza perché centri specializzati spagnoli aprono in Italia sedi in cui ricorrere alla eterologa. Direbbe Bogart: “E’ l’Europa, bellezza”. Un altro zero in condotta per il ministro Lorenzin, che torva tempo solo per inventarsi il “reato universale di utero in affitto”.

4) Disabili senza ausili
Protesta l’Associazione Coscioni perché il Nomenclatore Tariffario delle protesi e degli ausili per i disabili sono fermi al 1999 (come se in un catalogo di PC o di telefonini fossimo fermi a quelli di 17 anni fa). La Lorenzin ha annunciato ripetutamente l’aggiornamento, ma continua a cincischiare. A questo link le osservazioni inviate al Ministro della Salute, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Presidente della Repubblica.

5) Anziani dimenticati
Sono 2,5 milioni gli anziani non autosufficienti in Italia. Solo metà di loro riceve l’assegno di 500 euro al mese previsto dalle leggi, solo il 40% ottiene l’assistenza domiciliare. Ne fanno le spese i familiari che se ne occupano: tre milioni di cosiddetti “caregiver”. Da questo punto di vista siamo al 37° posto nella classifica mondiale, dopo – fra gli altri .- Messico e Polonia.