Pillola del Giorno Dopo: in farmacia la ricetta non è più necessaria

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La Stampa
Noemi Penna

Siamo davvero orgogliosi di questa vittoria, ottenuta dal nostro Silvio Viale con tantissima fatica. L’Associazione Luca Coscioni è sempre stata in prima linea già dal 2007 per dire che la pillola del giorno dopo non avrebbe dovuto essere vincolata alla prescrizione medica e, come ha ricordato anche Giulia Innocenzi sui suoi canali social ieri, già dal 2010 con gli studenti Coscioni ha avuto inizio una mobilitazione con raccolte firme per far abolire la richiesta di ricetta medica. Finalmente, dopo tanto lottare, oggi il risultato è arrivato. Grazie Silvio, Grazie Giulia, grazie a chi ci ha sostenuto e ci ha messo il cuore per dare a tutte le donne la possibilità di scegliere senza stigma.

Per la pillola del giorno dopo non serve più la ricetta. Una battaglia che in Italia che va avanti da 16 anni, in pratica da quando è stata messa in commercio. Il via libera arriva da Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che ha trasformato la contraccezione d’emergenza in un medicinale da banco: ogni maggiorenne potrà quindi acquistarlo volontariamente in qualsiasi farmacia.

«Meglio tardi che mai», commenta Silvio Viale (membro di direzione dell’Associazione Luca Coscioni) ginecologo del Sant’Anna di Torino da cui è partita la sperimentazione della discussa pillola abortiva Ru486, da sempre in prima linea per l’abolizione della ricetta. Preoccupati i farmacisti: «Liberalizzando un farmaco del genere non se ne può controllare l’uso e non sono ancora chiari gli effetti a lungo termine».

[CLICCA QUI per leggere il Comunicato dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta sulla battaglia di Silvio Viale]

La prima a essere liberalizzata è stata quella dei cinque giorni dopo. Ora è arrivata quella del giorno dopo: «Una contraddizione che finalmente è stata appianata», afferma il dottor Viale. Per aver prescritto questo farmaco in tutta Italia, per strada così come davanti alle scuole, è incappando anche in un provvedimento disciplinare dell’Ordine dei Medici. Ora però può dire di «aver vinto la battaglia. La pillola del giorno dopo non causa aborto ma blocca l’ovulazione, ed è quindi indispensabile assumerla il prima possibile. Ora questa decisione di Aifa permetterà a ogni donna di acquistare questo farmaco quando ne ha bisogno, senza l’imbarazzo del medico o dei tempi di prescrizione. Nel resto d’Europa è già così». Se a oggi in Italia ne vengono prescritte 500mila l’anno, in Francia e in Inghilterra, dove la ricetta non serve, se ne vendono tre volte di più.  

L’indagine nazionale condotta da Swg in collaborazione con Edizioni Health Communication rivela però che il 18% dei farmacisti non venderebbe mai una pillola per la contraccezione d’emergenza senza ricetta. Le motivazioni vanno dalla religione alla deontologia: il 53% degli obiettori, infatti, teme che la pillola del g iorno dopo possa essere pericolosa, seppure utile ed efficace.

A sottolinearlo è anche Mario Giaccone, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Torino e consigliere nazionale: «Non ci saranno problemi di distribuzione sul territorio. I grossisti ne sono forniti e quindi tutte le farmacie possono averne accesso in tempi brevi. Ma aldilà della scelta etica, condivisibile o meno, come farmacisti tuteliamo la salute delle persone. La nostra preoccupazione emerge dalla mancanza di dati sulle conseguenze di un uso disordinato di questo farmaco. Non essendoci ricetta, in linea teorica una donna potrebbe acquistare e assumere la pillola più volte alla settimana, addirittura tenersela in borsetta. Ed essendo degli ormoni, come facciamo a sapere se un abuso può compromettere in qualche modo la fertilità? Bisognerebbe studiare un modo per cui le donne abbiano accesso velocemente a questo farmaco in caso di bisogno, controllandone la vendita come si fa ad esempio con le benzodiazepine»