Cannabis terapeutica libera

Il Tempo

Depenalizzazioni a tutta birra. Ieri il Consiglio dei ministri, ha approvato i due decreti legislativi sul «pacchetto» depenalizzazioni che, tra l’altro, riguardano la violazione dell’autorizzazione all’uso terapeutico della cannabis e la guida senza patente (ma non nel caso di recidiva e se si è causato un incidente). Ma anche l’ingiuria, i casi «lievi» di contrabbando di tabacchi, la falsità in scrittura privata e quella in foglio firmato in bianco, l’appropriazione di cose smarrite o quella di parti comuni da parte di un comproprietario. In tutti questi casi la sanzione penale viene sostituita da una sanzione pecuniaria civile.

A fare più scalpore e creare inevitabili strascichi polemici è la cosiddetta depenalizzazione dell’uso terapeutico della cannabis e dunque anche la coltivazione della pianta se indirizzata verso quello scopo.

A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato però il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Non c’è nessuna depenalizzazione della cannabis, abbiamo già autorizzato la produzione a uso terapeutico – ha precisato il ministro a margine della presentazione di un progetto dell’Aifa – L’ho fatto io lo scorso anno, mentre in questo Consiglio dei ministri si sono soltanto depenalizzate alcune prescrizioni, nel senso che l’impianto che produce la cannabis (come l’Istituto farmaceutico militare) a titolo terapeutico ha un processo autorizzatorio. Se ci sono delle violazioni, alla prima scatta un’ammenda amministrativa molto pesante, e se non si ripristinala corretta procedura viene revocata l’autorizzazione».

Insomma qualcuno ha smosso le acque creando ad arte un po’ di confusione. «Da qui a parlare di depenalizzazione – ha aggiunto Lorenzin penso ci sia un doppio salto mortale con avvitamento. Forse era un desiderata di alcuni. Come sapete la mia posizione generale sulla depenalizzazione della droghe è contraria, ma qui stiamo parlando di altro. E cioè di procedure in impianti autorizzati per legge in cui ci sono questioni tecniche che hanno una procedura interna per le quali l’aspetto penale sarebbe stato anche d’intralcio». Il ministro concorda sull’ammenda: «Meglio essere rigorosi subito e far pagare un’ammenda pesante e se non viene ripristinata la corretta procedura l’autorizzazione viene revocata e l’impianto chiuso. Gli impianti sono pochissimi e pubblici, con una grande sorveglianza su questa linea di produzione».

La cannabis terapeutica in Italia è consentita dal 2007 ma è ancora poco usata, sia per i costi elevati sia per una forma di resistenza culturale. Nel 2013 un ulteriore decreto ministeriale ha riconosciuto l’efficacia farmacologica della pianta della cannabis e negli ultimi anni i consigli regionali di Puglia, Liguria, Veneto, Toscana, Friuli, Marche, Abruzzo, Umbria, Sicilia, Basilicata ed Emlia Romagna hanno approvato provvedimenti per garantire l’erogazione gratuita dei farmaci cannabinoidi ai propri assistiti. Nel sito dell’associazione Luca Coscioni, impegnata da anni in una battaglia politica per il libero accesso a questi prodotti, si legge che secondo dati del ministero della Salute, nel 2013 solo 40 pazienti hanno avuto accesso alla terapia. Si tratta di persone affette da malattie con forti spasticità e rigidità come la sclerosi multipla, la Sla, la fibromialgia, la neuropatia, il glaucoma, il tumore. Tutti i medici italiani, anche quelli di base, possono prescrivere questi farmaci, ma alcuni sono contrari altri non sono informati, e puo’ accadere anche che i farmacisti si rifiutino di ricevere le ricette.