Eutanasia. Libera scelta in libero Stato

Left
Federico Tulli

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Una sfida culturale. Contro un`idea, di matrice religiosa cattolica, che pensa alla malattia come Male e alla sofferenza come una punizione da espiare. E una sfida politica, per rivendicare il diritto costituzionale alla cura, contro le istituzioni sorde e indifferenti al dato di fatto che per un malato terminale l`interruzione di terapie inutili è cura, e che la scelta di una persona di sottrarsi a un accanimento terapeutico è un diritto.

«Legalizzare l`eutanasia» è quello che chiede Max Fanelli, malato di Sclerosi laterale amiotrofica, dal letto in cui è costretto dal progressivo degenerare della patologia che gli è stata diagnosticata nel settembre del 2013. Per dare forza alla sua istanza nei giorni scorsi ha pubblicato una lettera rivolgendosi «allo Stato» e annunciando l`autosospensione del farmaco specifico sulla Sla (il Riluzolo) affinché i capi gruppo di Camera e Senato mettano in calendario la discussione sulla Legge di iniziativa popolare (Lip) sul fine vita depositata oltre due anni fa dall`Associazione Luca Coscioni.

«Eutanasia è un termine spesso frainteso per questo occorre un dibattito pubblico, e per smuovere i politici bisogna trovare forme di comunicazioni più efficaci» prosegue Fanelli che può ormai comunicare solo tramite un computer che “legge” il movimento dell`unico occhio che ancora gli funziona. «Via mail e via tweeet chiunque può rivolgersi direttamente ai capigruppo di Camera e Senato chiedendo la calendarizzazione del dibattito in Parlamento. Chi è interessato troverà indirizzi e account su possibile.com e nella pagina facebook Iostoconmax».

Secondo una stima per difetto ogni anno in Italia i malati terminali, ad esempio di tipo oncologico, sono oltre 200mila. Numeri che dovrebbero far riflettere chi ha la responsabilità di valutare una proposta che regola l`eutanasia e le disposizioni di fine vita. Tuttavia, osserva Fanelli, «insieme a tante altre situazioni come la mia, incredibilmente, i diritti dei morenti sono costantemente trascurati». Come ricorda nella sua lettera, a nulla sono valsi le innumerevoli istanze di malati e familiari, i due appelli dell`Associazione Coscioni firmati da 82 deputati e senatori, l`invito a legiferare di Laura Boldrini e dell`ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

«Nel nulla sono finiti i nostri appelli sia scritti che videoregistrati al presidente Mattarella e a papa Bergoglio. È inaccettabile che vengano trattati così migliaia di malati terminali, costretti dall`assenza di una legge sul fine vita a subire dolori e sofferenze inutili. Noi parliamo di dolore, di malattia, di morenti. Rivendichiamo il diritto alla libertà e alla dignità, di tutti». Ma le settimane passano e i disagi psicofisici aumentano. E con essi nuovi dolori, nuove incapacità.

Nonostante ciò Fanelli si dice fiducioso: «C`è l`interesse di Laura Boldrini e di diversi parlamentari schierati a favore di una legge sul fine vita. E c`è quello dimostrato dalla società civile e dalla comunità cattolica che insieme ad alcuni parroci ha espresso l`esigenza di fare chiarezza sul tema “eutanasia”. Questo significa che gli italiani sono pronti ad affrontare la questione». Un dibattito pubblico oltre che politico è indispensabile. Non solo per una questione di esercizio della democrazia. Ma anche perché vi si potrà chiarire la distinzione, e quindi la possibilità o meno di chiedere l`eutanasia, tra le situazioni patologiche che non hanno più alcuna possibilità di cura e altre, invece, come ad esempio la depressione, per le quali una cura è possibile.

«Se noi chiediamo alla gente cosa è l`eutanasia – conclude Fanelli – scopriamo quanto sia influenzata da un`idea che si tratti della liceità di potersi concedere la morte con estrema facilità e, legalmente, anche in caso episodi depressivi, o di poterla concedere in caso di patologie genetiche che non mettono in pericolo la vita dell`individuo. Pochissimi poi saprebbero evidenziare gli aspetti legati all`accanimento terapeutico, o alla differenza tra cure palliative. Tutti argomenti che sarebbero definiti e trattati nella discussione di una legge sul fine vita o eutanasia».

«Il Parlamento ha il dovere di calendarizzare la discussione sulla proposta di legge di iniziativa popolare per l`eutanasia legale e il testamento biologico» ribadisce Marco Cappato, tesoriere dell`associazione Coscioni e promotore della campagna “Eutanasia legale”. «Non sono io a dirlo, o Max Fanelli, Walter Piludu, Luigi Brunori e Ida Rescenzo (le persone malate che si sono rivolte al Parlamento) ma è l`articolo 71 della Costituzione, uno dei più disapplicati e bistrattati, che prevede che “il popolo esercita l`iniziativa delle leggi”». Peraltro, prosegue Cappato, «la richiesta investe anche coloro che sono contrari all`eutanasia, ai quali però chiediamo di rendere conto della propria posizione in un dibattito alla luce del sole».

Il tesoriere dell`Associazione Coscioni si aspetta una concreta risposta da parte del Gruppo del Movimento 5 stelle. «Grillo motivò la partecipazione alle elezioni in ragione del fatto che il Parlamento non aveva considerato la loro proposta di legge “per il Parlamento pulito”. Ora in Parlamento M5s c`è, e con una presenza tale da poter condizionare i lavori dell`aula. Spero che vorranno farlo».

Infine il problema dell`informazione, o meglio, della disinformazione. «Finora – spiega Cappato – mai una trasmissione televisiva nazionale ha organizzato un dibattito sulla legalizzazione dell`eutanasia. Se ne è potuto parlare solo a partire da vicende individuali, come quelle di Welby o Englaro. Max Fanelli ora ha paventato la possibilità di passare dall`autosospensione delle terapie allo sciopero della fame. Non sarebbe stato necessario se il servizio pubblico avesse adempiuto al proprio compito e impedito ai parlamentari di ignorare quella maggioranza di italiani favorevoli a sostituire l`eutanasia clandestina praticata oggi con l`eutanasia legale sul modello del Belgio e dell`Olanda».

Firma anche tu la nostra proposta di legge di iniziativa popolare all’indirizzo: http://www.eutanasialegale.it/