Aborto, dimmi dove vivi e ti dirò che scelte hai

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Wired
Elisa Murgese

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Per salvare la vita della madre o per preservare la sua salute fisica e mentale. In alcuni Stati sono accettate motivazioni economiche e sociali, mentre in altre è centrale la presenza di malformazioni nel feto. Ci sono Paesi che ignorano se il concepimento è avvenuto durante uno stupro o un incesto. Al vertice opposto, quelli dove è legale interrompere la gravidanza su semplice richiesta delle donne interessate. Nel suo ultimo studio, il Pew Research Center si è chiesto dove e in quali casi è possibile abortire nel mondo.

Una panoramica che mostra come in sei Stati non è possibile abortire per nessuna motivazione mentre in quasi cento Paesi (soprattutto in Africa, Sudamerica e Medio Oriente, ma anche in Regno Unito e Irlanda) interrompere la gravidanza in caso di stupro resta illegale.

 

 

Nel dettaglio, circa un quarto dei Paesi (50 Stati) permettono l’aborto solo per salvare la vita della madre. Altri 82 Stati (42%) allargano le motivazioni alla tutela della salute fisica e mentale della donna, in caso di stupro o incesto, per problemi del feto o motivazioni economiche.

“Tre Paesi su dieci (58) permettono di abortire su richiesta per ogni ragione – si legge sul report – anche se in molti di questi Stati la donna non può interrompere la gravidanza superate un certo numero di settimane (per esempio venti settimane)”.

Quali invece i sei Stati dove abortire è illegale in ogni circostanza?Cile, Repubblica Dominicana, El Salvador, Nicaragua e, in Europa, Città del Vaticano e Malta. L’analisi, condotta su 196 paesi e basata sugli ultimi dati del 2013 resi disponibili dalle Nazioni Unite, mostra come Città del Vaticano e Malta siano un’eccezione rispetto alle norme europee, dove tre quarti dei Paesi permettono alle donne di abortire su richiesta (73%).

“In pochi Paesi europei (IrlandaAndorra e San Marino) è permesso interrompere una gravidanza solo se la vita della madre è a rischio – precisa il report – L’Irlanda è l’unico Paese europeo con un divieto costituzionale di aborto tranne per i casi in cui si deve salvare la vita della madre; donne che ricorrono ad aborti illegali rischiano fino a 14 anni di prigione”.

Ma se anche la vecchia Europa potrebbe fare dei passi avanti, il panorama africano e sudamericano disegna un quadro dalle tinte ben più scure. In Africa, come in Medio Oriente, mentre nella maggior parte dei Paesi abortire per salvare la vita della madre è legale, solo in un terzo l’interruzione di gravidanza è permessa in caso di stupro/incesto. Situazione non diversa per l’America Latina, precisa il rapporto del Pew Research Center, “dove non a caso la maggior parte delle persone ritengono che l’aborto debba essere illegale in molti – se non in tutti – i casi”.

(Per approfondire puoi CLICCARE QUI per andare all’articolo su Wired oppure visitare il nostro sito dedicato al Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca scientifica in cui si rintracciano tutti gli indicatori paese sul tema “aborto”: http://www.freedomofresearch.org/issue/abortion)