Mais Ogm distrutto dalla Forestale

Corriere della sera

Una vittoria a metà, da entrambe le parti. n Corpo forestale del Friuli-Venezia Giulia ieri mattina hanno distrutto cento metri quadrati di mais Ogm seminato da Giorgio Fidenato a Mereto di lbmba (Udine). Ma non è riuscito a fare lo stesso nell’altro campo a Colloredo di Monte Albano. Come annunciato alla vigilia, Fidenato, leader di Futuragra, ha aspettato i forestali con una sessantina di sostenitori impedendo che le mietitrici distruggessero le piante che producono pannocchie «arricchite» di un gene che avvelena gli insetti che insidiano il raccolto. Gli agenti sono intervenuti per applicare il decreto regionale numero 5 del 28 marzo scorso che vieta per un anno la coltivazione di mais geneticamente modificato in attesa di definire con chiarezza il quadro normativo. Fidenato, diventato il simbolo dei coltivatori pro-Ogm, ovviamente non è d’accordo. Salito su un trattore ha sfidato nuovamente le istituzioni: «La legge regionale non è conforme alle direttive europee, pertanto è illegittima. Non vorrei che la Procura sprecasse altro tempo e soldi pubblici per fare un lavoro inutile. Non si può vietare questa coltivazione. Anziché reprimere questa sperimentazione unica a livello europeo, vengano a toccare con mano i risultati da cui emerge che non c’è nessun rischio». La Procura dovrà necessariamente occuparsi di quanto accaduto, sulla base del verbale trasmesso dalla Forestale. Il timore, intanto, è che, come già accaduto in passato, gli attivisti no-Ogm possano con un blitz distruggere le coltivazioni. Soddisfazione per l’intervento della Forestale è stato espresso dalla Coldiretti. «Le leggi vanno fatte rispettare, anche in considerazione del fatto che 8 italiani su dieci si oppongono al biotech» ha detto il presidente Roberto Moncalvo. «Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati in agricoltura — aggiunge il leader della Coldiretti — non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del made in Italy».