Tumori, sei malati su dieci guariscono

Corriere della sera
Margherita De Bac

ROMA — I malati aumentano, però sei su dieci guariscono. E guarire significa non dover più pensare al cancro per il resto della vita, ricordarlo come una minaccia svanita. Davanti al presidente della Repubblica Napolitano, nel giorno della consegna in Quirinale dei premi Airc (Associazione ricerca sul cancro) Umberto Veronesi ha disegnato passato, presente e futuro di una malattia di cui non si pronunciava neppure il nome. Era sinonimo di disperazione. Oggi chi riceve una diagnosi, e succede alla metà degli italiani nel corso della vita, può sperare. «Nel 2023 la percentuale di guarigione arriverà al 70% — prevede Veronesi —. Ci sono forme difficili come quelle di pancreas e cervello. Il 90% dei carcinomi mammari e dei tumori alla prostata invece vengono debellati . L’obiettivo è ambizioso. Mortalità zero. E poi un altro passo ancora, evitare che la gente si ammali. Giocare d’anticipo è fondamentale sottoponendosi agli screening e, ancora prima, osservando stili di vita corretti (alimentazione, no al fumo).

I segnali sembrano positivi, dice il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: «Un milione e mezzo di donne in un anno tra 50 e 69 anni hanno fatto i controlli. In Italia 1,3 milioni di persone sono guarite dal tumore che può diventare una malattia con cui convivere». Però restano ancora molte differenze tra nord e sud per quanto riguarda la partecipazione a certi tipi di screening. Ed è alle 1000 persone che ogni giorno ricevono una diagnosi tumorale e ai 2,8 milioni che hanno vissuto questa esperienza ha rivolto un messaggio di fiducia Piero Sierra, presidente dell’Airc e della federazione Firc: «I progressi si moltiplicano. Finanziamo oltre 4 mila ricercatori, nel 2012 abbiamo avviato e confermato quasi 600 progetti». I premi «Credere nella ricerca 2013» sono andati a Tiziana Bortesi e al Lions Clubs International.