Fao: Ogm in soccorso dei più piccoli

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Il Sole 24 Ore Agrisole
Er. Di.

Dagli allevamenti alle infestazioni, le biotecnologie possono aiutare i piccoli produttori a migliorare le proprie condizioni di vita e la sicurezza alimentare: lo ribadisce una recente pubblicazione della Fao presentando 19 casi di studio nei comparti agricolo, zootecnico e ittico. I paesi coinvolti sono India, Cina, Argentina, Bangladesh, Brasile, Camerun, Colombia, Cuba, Ghana, Nigeria, Sudafrica, Sri Lanka, Tanzania e Thailandia. In India i ricercatori hanno usato marcatori di Dna per sviluppare una varietà di riso resistente alle alluvioni e con un potenziale rendimento di 1-3 tonnellate in più per ettaro. Introdotta nel 2009, la nuova varietà è stata usata lo scorso anno da 3 milioni di agricoltori. In Cina è stata sviluppata, tramite selezione genetica intra-familiare e gynogenesis, una varietà di carpa che oggi è allevata in 160mila siti produttivi e costituisce oltre il 50% della produzione di carpa comune. Nel Camerun, invece, l’utilizzo di strumenti diagnostici basati sul Dna ha consentito alle autorità veterinarie di diagnosticare rapidamente i focolai di Peste dei piccoli ruminanti, malattia virale altamente contagiosa che colpisce capre e pecore.

Gli autori della pubblicazione, un team internazionale di ricercatori coordinato dalla Fao nell’ambito di un progetto in parte finanziato dal governo canadese, sono convinti che le biotecnologie possano contribuire ad aumentare le rese, a rafforzare l’accesso ai mercati, a contenere i costi di produzione e a migliorare la gestione sostenibile delle risorse naturali. In sintesi a migliorare le aspettative di vita dei piccoli produttori. E di biotech si torna a parlare anche in Europa dove è all’esame della Commissione il dossier sull’autorizzazione a coltivare il mais transegenico Pioneer Hi-Bred TC1507. Si tratta di un Ogm contenente due geni estranei alla pianta «convenzionale», che producono un insetticida (la tossina Bt che uccide la piralide, un lepidottero che danneggia i raccolti) e la tolleranza a un erbicida totale, il Glufosinato ammonio. Se approvato, il mais 1507 sarebbe il secondo Ogm coltivabile nella Ue accanto al Monsanto 810, l’unico finora autorizzato insieme alla patata Amfiora. Bruxelles dovrà fare i conti anche con una sentenza della Corte europea di Giustizia che a settembre aveva dato ragione a Pioneer sui ritardi della Commissione nel portare a termine la procedura d’autorizzazione dell’Ogm.

L’Esecutivo comunitario, infatti, dopo un voto inconcludente in comitato di regolamentazione degli Ogm, nel febbraio 2009, aveva lasciato nel limbo il mais 1507, invece di procedere al passaggio successivo, proponendo l’approvazione al Consiglio dei ministri Ue. In realtà, secondo alcuni documenti confidenziali, il Collegio potrebbe decidere già mercoledì di riattivare il processo, formalizzando la domanda di autorizzazione da presentare al Consiglio Ue, che potrà approvarla o respingerla a maggioranza qualificata. Nel caso in cui non vi sia una maggioranza qualificata né in un senso, né nell’altro, la Commissione ha il potere di autorizzare l’Ogm senza altri passaggi. E di Ogm si è parlato anche in Italia, soprattutto in riferimento al prossimo Expo di Milano. Per il presidente di Confagricoltura «l’evento deve dare una rappresentazione il più possibile corretta e realistica dell’agricoltura italiana».

Secondo Guidi «i temi relativi a Ogm, innovazione, tecnologia, dimensione internazionale, scelte produttive, struttura societaria dell’impresa, ci vedono schierati a favore dello sviluppo e del progresso; siamo distanti dalla visione conservatrice che invece riporta il fenomeno agricolo a una dimensione di localismo, di rigida selezione delle innovazioni e infine di contrasto alla moderna ricomposizione delle scelte produttive e tecnologiche». Non si è fatta attendere la risposta dell’amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala, rivolta anche alle perplessità dei ministri dell’Ambiente e delle Politiche agricole, di escludere gli Ogm dalla manifestazione: «L’Expo universale è un’espressione di tutti i paesi, è chiaro che deve essere una piattaforma inclusiva in cui daremo modo a tutti i paesi di dire la loro e il tema dell’agroalimentare e dell’innovazione si presta».