Vannoni: «Esami indicano miglioramenti con Stamina»

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I benefici ottenuti da 34 pazienti in cura a Brescia con il metodo Stamina sono stati valutati «da uno o più medici per ogni paziente, in tutto una cinquantina, con elettroencefalogrammi, ecografie, elettromiografie e analisi del sangue». Lo ha sottolineato Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, in una conferenza stampa a Roma, sottolineando che gli esami indicano «miglioramenti» e «assenza di effetti collaterali». I pazienti in cura a Brescia sono 34, con otto diverse patologie (tra cui la Sla), ma di due non sono disponibili i dati.

«NON È PLACEBO» – «Non si è osservato nei pazienti trattati alcun effetto collaterale e ci sono miglioramenti che sono certificati non da Stamina, bensì da altri centri e da esami strumentali e di vario tipo – ha detto Vannoni -. Non si tratta dunque di un effetto placebo. Le analisi del sangue di alcuni pazienti con malattie che impediscono loro di produrre alcuni enzimi, hanno rivelato che la quantità di questi enzimi nel loro sangue è decuplicato. Certo non possiamo dire di aver curato la Sla, ma 5 pazienti con Sla di cui 4 con la variante bulbare e un paziente con Sla spinale stanno tutti riprendendo le loro funzioni. La malattia si è fermata». Il presidente di Stamina ha inoltre sottolineato:«Ci sono certificazioni che dimostrano i miglioramenti sui pazienti in trattamento con il metodo Stamina redatti da una cinquantina di medici autonomi e di strutture ospedaliere terze; tale documentazione è stata consegnata al Tar del Lazio e sarà consegnata al Tar di Brescia». Purtroppo, ha concluso Vannoni, «credo che al ministro della Salute Lorenzin questo materiale non interessi, altrimenti lo avrebbe già chiesto. Come era pensata, la sperimentazione era comunque sbagliata, e dunque per noi è ora un bene che non si faccia».

LE REAZIONI – Beatrice Lorenzin aveva già espresso la propria posizione intervenendo a Unomattina. «Vannoni non può presentare alcun risultato sulla sperimentazione del metodo Stamina perché non c’è una sperimentazione avviata in Italia. Ma presentare i risultati delle cartelle cliniche dei pazienti è legittimo – ha aggiunto -, anzi penso possa essere un contributo utile». Il ministro ha quindi ribadito l’impossibilità di proseguire con la sperimentazione. Molto duro il commento di Elena Cattaneo, docente all’Università degli Studi di Milano e senatrice a vita: «Non bisogna più chiedere parere agli scienziati di quanto sostiene un professore di lettere che parla a sproposito di scienza e medicina. La comunità scientifica mondiale ha già detto tutto quello che c’era da dire e cioè, con prove ed evidenze alla mano, che si tratta solo di ciarlatani».

«ILLUSIONE PER I PAZIENTI» – Per il genetista Bruno Dallapiccola, membro del comitato scientifico nominato dal ministro della Salute per la sperimentazione, Il metodo Stamina è un‘«illusione per i pazienti». Inoltre – ha precisato rispondendo a Vannoni, che ha accusato gli esperti di non aver osservato i malati – non spettava a noi visitare i pazienti». Dallapiccola ha ribadito ancora una volta che «non si può verificare un metodo che si inserisce in un protocollo che non ha basi scientifiche». Quanto ai miglioramenti riferiti da Vannoni, Dallapiccola rileva come in varie patologie ci siano «andamenti altalenanti».

IL NEUROLOGO – Un contributo al dibattito arriva anche dal neurologo Massimo Sher, medico legale e consulente del Tribunale di Milano, che ha redatto una relazione di «verifica» sulla sicurezza ed efficacia del metodo Stamina. «Ho visitato i pazienti in trattamento a Brescia e analizzato tutti i dati clinici che evidenziano miglioramenti nel loro stato – ha detto partecipando alla conferenza stampa di Vannoni -. Familiari e pazienti hanno riferito di non essere mai stati sottoposti ad accurate visite di controllo da parte dei medici dell’Ospedale di Brescia né da parte di medici ispettori ministeriali o componenti del comitato scientifico». Sher ha presentato i dati di «miglioramento» relativi ai 34 pazienti (molti bambini) presi in esame, a seconda delle patologie da cui sono affetti: leucodistrofia (4 casi), Niemann-Pick (8), paralisi cerebrale infantile (2), Parkinson (4), sclerosi multipla (1), sindrome Sandhoff (1), Sla (5), Sma 1 e 3 (7). «Emerge spesso – scrive l’esperto nella relazione – un quadro stazionario o con evidenza di ripresa di funzioni vitali autonome come respirazione, nutrizione con deglutizione, comunicazione verbale e gestuale, funzioni che erano state annullate dalla patologia o non erano mai state sviluppate per deficit innati o acquisiti».

MALATI DI SLA – Durante la conferenza Vannoni ha anche parlato di Raffaele Pennacchio, il medico malato di Sla morto a Roma dopo due giorni di presidio per chiedere più fondi per l’assistenza domiciliare. Pennacchio era in lista d’attesa per ricevere le infusioni con il metodo Stamina. «Ha combattuto fino alla fine, questa non è più una lotta contro le malattie ma contro una burocrazia ottusa» ha detto Vannoni.