Metodo Stamina, stop alla sperimentazione

Il Mattino
Carla Massi

ROMA. Stop alla sperimentazione del metodo Stamina messo a punto da Davide Vannoni. Perché la cura che utilizza cellule staminali mostra «potenziali rischi» ed è dunque «pericolosa» per la salute dei pazienti. La decisione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha dato l’annuncio a cinque mesi del sì del Parlamento alla sperimentazione. Quando, per iniziare la terapia, vennero stanziati tre milioni di euro. Trentasei pazienti in trattamento e 150 in attesa. La maggior parte dei malati, molti bambini, sono stati sottoposti al metodo Stamina a seguito di un’ordinanza del tribunale. Mesi e mesi di “guerra” scientifico-politica: il suo ideatore sosteneva che la terapia poteva essere destinata a diverse malattie neurodegenerative (molte malattie rare) mentre il comitato ha deciso per il no. I soldi che dovevano essere destinati a Stamina saranno destinati proprio alla ricerca delle malattie rare. Uno stop che ha scatenato polemiche a catena.

«Ad essere pericoloso – tuona Vannoni – non è la cura bensì il ministro Lorenzin che sta gestendo così male questa situazione. Ora l’obiettivo è attuare la sperimentazione all’estero, possibilmente in Usa». il metodo Stamina si basa sulle cellule staminali del midollo osseo, le mesenchimali, note per la loro capacità di dare origine a tessuti di ossa, pelle e cartilagine. La Fondazione di Vannoni sostiene che è possibile trasformare queste stesse cellule anche in neuroni. Da qui la soluzione per molte malattie neurodegenerative come l’atrofia muscolare spinale. Oggi davanti a Montecitorio messa in ricordo dei bimbi morti. «Per il ministro noi siamo morti che camminano, ormai non mi sorprende più nulla. Visto che non abbiamo avuto risposte neppure dal Papa, ci rivolgeremo alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo», commenta Sandro Biviano portavoce dei malati che dal 23 luglio presidiano notte e giorno la piazza davanti al Parlamento.

Torna la questione della «libertà di cura». Comunque sia la questione è chiusa. Si attende la decisione del Tar della Lombardia per la continuazione o meno della cura già approvata per i 36 pazienti in cura con il metodo Stamina agli Spedali Civili di Brescia. Per loro c’è ancora la possibilità di sperare. «Purtroppo l’epilogo di questa vicenda non è stato positivo – dice il ministro Lorenzin -. La sperimentazione non può essere proseguita. Abbiamo ammesso delle deroghe alla normativa ma nonostante queste l’esito è negativo perché non si rientra nei parametri». Alzano la voce i genitori della piccola Sofia che trai primi è riuscita ad utilizzare il metodo stamina: «Tutta la vicenda è stata una pantomima a danno di chi, invece, non vive una pantomima ma la realtà di una malattia incurabile restando senza una terapia alternativa».

Plaude allo stop del ministro la senatrice Elena Cattaneo, a capo del laboratorio delle cellule staminali dell’università di Milano: l’interruzione «tutela le famiglie da un’operazione guidata da altri interessi». Contro la decisione del ministero della Salute, oltre la Fondazione, i pazienti e le loro famiglie, anche 19 senatori Pdl. La definiscono «una delle pagine più amare delle storia dei diritti e delal scienza nel nostro Paese». «Ancora più grave – scrivono i senatori – perché è scritta sulla pelle dei piccoli malati». La proposta dei colleghi di partito del ministro Lorenzin è quella di «individuare le strade che la legge consente di percorrere».