Il premio Nobel per la medicina e la fisiologia, edizione 2013, è andato a tre ricercatori che lavorano in tre delle più prestigiose università americane: James Rothman della Yale University di New Haven (al terzo posto nella classifica delle top venti secondo l’elenco pubblicato dalla rivista U.S.News per il 2013), Randy Schekman della californiana Berkeley University (che occupa la ventesima posizione), entrambi americani, e il tedesco Thomas Siidhof della Stanford University, in California, (classificata al quinto posto). Tutti e tre sono nati fra il 1948 e il 1955. Ecco la motivazione dell’ambito riconoscimento, secondo il linguaggio tecnico dei giudici del Karolinska Institutet di Stoccolma e dell’Accademia svedese delle scienze che ogni anno decidono a chi consegnare l’assegno di oltre goo mila euro: per «le scoperte sui meccanismi che regolano il traffico delle vescicole, il più importante sistema di trasporto delle cellule».
Nella pratica le cose sono un po’ più semplici da capire. Le cellule del corpo umano, infatti, funzionano come piccole fabbriche: producono sostanze che servono per la loro sopravvivenza o per il buon funzionamento di tutto l’organismo.Qualche esempio? Le cellule del pancreas secernono insulina, l’ormone che permette all’organismo di utilizzare gli zuccheri. Le cellule nervose fabbricano mediatori chimici che sono coinvolti nei processi di apprendimento, nella costruzione dei ricordi e via dicendo. Ma come viaggiano queste molecole all’interno e all’esterno delle cellule? Attraverso microscopici container chiamati vescicole. E i tre Nobel hanno scoperto come viene regolato questo traffico e come le sostanze vengono «scaricate» o «caricate» al posto giusto e nel momento giusto. Schekman ha identificato, negli anni Settanta, tre classi di geni che regolano questo sistema di trasporto: una sorta di «vigili» genetici che dirigono il traffico.
Rothman, negli anni succesgenetici» sivi, ha individuato i meccanismi che consentono alla vescicola-container di liberare il suo carico nella cellula giusta: la membrana della vescicola, infatti, «si fonde» con quella della cellula secondo specifiche combinazioni (in altre parole: le due membrane devono combaciare come i due lati di una cerniera) e a questo punto il contenuto viene scaricato all’interno della cellula.Siidhof ha aggiunto un nuovo tassello alle scoperte dei due biologici americani occupandosi in particolare di sistema nervoso e di controllo delle modalità di rilascio delle molecole, scoprendo che, in tutto questo, lo ione calcio gioca un ruolo di grande importanza. Gli studi dei tre neo-Nobel hanno a che fare con la ricerca di base e con processi fondamentali della fisiologia umana: non hanno immediati risvolti pratici, ma aprono nuovi filoni di ricerca per quelle malattie, nervose e immunologiche soprattutto, che comportano un’alterazione di questi sistemi di trasporto.
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