Molte di queste condizioni cliniche dei pazienti sono prevedibili perché evoluzioni note ed attese di patologie croniche degenerative. L’approvazione di una seria legge sui testamenti di vita potrebbe risolvere molti di questi casi, un paziente ben informato infatti potrebbe chiarire – quando è ancora in grado di farlo – a quali trattamenti desidera essere sottoposto in futuro e soprattutto nominare un suo decisore sostitutivo che diventerebbe quindi a pieno titolo l’unico ed affidabile interlocutore dei sanitari nella pianificazione delle terapie. Ma un malinteso e strumentale concetto di difesa della vita e diritto alla cura impedisce ancora oggi in Italia l’utilizzo di uno strumento – il testamento di vita – ormai diffuso in tutti i paesi occidentali.
Quel che non si dice sul fine vita di Alberto Bevilacqua
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.