Intervista a Amedeo Santosuosso: «Bloccare i test significa attuare la legge»

cellule.jpg
Il Sole 24 Ore
M.Per.

«L’unica maniera di dare attuazione alla legge in modo costituzionalmente corretto è non dare seguito alla sperimentazione». È netto il giurista Amedeo Santosuosso, uno dei componenti del comitato scientifico sulla sperimentazione del metodo Stamina nominato dalla ministra della Salute lo scorso luglio.

Che cosa comporta la vostra bocciatura?

La mia opinione, da giurista, è che non dando seguito alla sperimentazione si dà attuazione alla legge 57/2013. Perché il presupposto della legge, nel momento in cui autorizza la sperimentazione di «medicinali per terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali», è che si stia parlando di una cosa scientificamente fondata. Lo sperimentatore si deve sottopone sempre a un giudizio etico-scientifico, altrimenti una sperimentazione non può partire. È una regola prevista in varie leggi italiane ed europee e corrisponde alla logica di alcune sentenze della Corte costituzionale, secondo cui l’attività medica ha legittimità in quanto si basa sugli articoli 9 e 33 della Costituzione che parlano di libertà di ricerca scientifica II presupposto di scientificità è a monte.

Dunque se la ministra decidesse di avviare la sperimentazione sbaglierebbe? Violerebbe non solo la logica, non solo i criteri scientifici, ma quello che la Corte costituzionale ha affermato in svariate occasioni.

E II precedente Di Bella?

In quel caso si trattava di una multiterapia a base di farmaci noti di cui si assumeva l’efficacia in dosaggi e combinazioni differenti. Qui si parla di una cosa diversa: di cellule che si assumono derivate e trattate in un certo modo.

Vannoni ha detto che ricorrerà al Tar perché tanti componenti del comitato si erano espressi in passato contro Stamina…

Io non mi ero espresso contro Stamina. Io ho criticato i giudici che hanno ordinato il trattamento in modo infondato giuridicamente. Perché si sono affidati a dichiarazioni che venivano dai familiari e dai medici curanti senza nominare un esperto, un perito. I giudici non possono decidere in base al diritto alla salute: la Corte costituzionale dice che il diritto alla salute si realizza attraverso i trattamenti medici e oggi la medicina è scientificamente fondata. II ricatto morale presentato al giudice – “se non fa questo ci saranno conseguenze ineparabili” – è una forma di pressione. Quelle conseguenze irreparabili non dipendono dai giudici ma dal fatto che alcune persone si trovano in condizioni di salute tristissime. Ma questo non significa che deve essere autorizzato a spese del Ssn qualcosa che non ha alcun fondamento.