Rinviati i test su Stamina Sul metodo è già scontro

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Il Giornale
Francesca Angeli

Slitta ancora l’avvio della sperimentazione del metodo Stamina. Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, ha fatto sapere che non andrà all’incontro fissato per domani all’Istituto Superiore di Sanità proprio allo scopo di consegnare il protocollo del metodo alle autorità scientifiche che devono coordinare la sperimentazione perchè ha bisogno di tempo per «riadattare» la metodica. L’avvio era previsto per il 1 luglio ma a questo punto la vicenda sembra complicarsi. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intanto ha firmato il decreto di nomina del Comitato Scientifico al quale è materialmente affidata la gestione e la supervisione della sperimentazione.

Dentro ci sono ovviamente i tre organismi ministeriali già individuati nel primo decreto approvato dal Parlamento: quindi Fabrizio Oleari, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss); Luca Pani, direttore dell’Agenzia nazionale del Farmaco (Aifa); Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt). Accanto a loro dieci esperti ovviamente nel campo della ricerca sulle staminali. E proprio su questi nomi la Stamina Foundation potrebbe puntare i piedi perchè, sempre secondoVannoni, «il conflitto di interessi non deve valere soltanto per Stamina ma anche per tutti coloro che si sono già espressi contro Stamina». Il nodo è questo: in base agli accordi gli esperti di Stamina potranno supervisionare e monitorare la sperimentazione ma non gestirla direttamente perchè ci sono «ovvi conflitti di interesse».

A questo punto però Vannoni eccepisce che nel Comitato Scientifico entrino scienziati che abbiano già pubblicamente bocciato il metodo Stamina. Un bel pasticcio dunque visto che praticamente tutto il mondo scientifico ufficiale ha definito il metodo Stamina privo di presupposti scientifici e dunque è davvero assai difficile trovare esperti che non si siano espressi in modo critico. Uno dei nomi che Vannoni riterrebbe inaccettabile è quello del genetista Bruno Dallapiccola che in in più di un’intervista ha bocciato il metodo Stamina. Il ministro Lorenzin comunque sottolinea che le istituzioni sono pronte mentre «Vannoni non ha ancora consegnato il protocolli», che erano attesi appunto per domani. Ma Vannoni ha già comunicato direttamente al presidente dell’Iss, Oleari, che dopo l’incontro del 25 luglio si è reso conto di dover lavorare «alla metodica per semplificarla e renderla applicabile in Gmp», dove gmp indica le good manufactoring practice ovvero le procedure e le norme di sicurezza previste dagli standard internazionali per la produzione di farmaci.

«La mia speranza è che i risultati alla fine siano positivi – dice il ministro Lorenzin – Ma in questo momento abbiamo anche il dovere di non alimentare illusioni». Un nuovo incontro dunque dovrà essere fissato quando la metodica sarà pronta. Intanto però Vannoni e la Stamina Foundation si muovono anche su un altro fronte che è quello delle cosiddette cure compassionevoli. Ovvero di quelle terapie autorizzate a colpi di sentenze di tribunale e già in corso agli Spedali Civili di Brescia mentre altri ricorsi sono ancora sospesi. Vannoni ha lanciato una sorta di appello per incontrare il ministro e «al di là della sperimentazione discutere della situazione di Brescia». Vannoni sostiene che ci sono centinaia di famiglie in attesa di ottenere le cure oltre alle 84 famiglie che hanno già ottenuto il via libera. Qui la situazione è davvero problematica visto che in pratica si sta somministrando una terapia che non ha alcun riconoscimento scientifico ufficiale che sarebbe comunque necessario anche nel quadro delle cure compassionevoli.