Milano, biotestamento in aula patto di maggioranza per sbloccare il voto

Repubblica ed. Milano
Ilaria Carra

Libera dalle grane di bilancio  rinviate all’autunno,  l’aula di Palazzo Marino è  pronta ad approvare il biotestamento.  Che potrebbe così diventare  operativo a settembre. Ormai  è una strada segnata, quella  che dopo l`estate condurrà i milanesi  a poter dichiarare le scelte  sul fine vita. Un nuovo tassello  sulla rotta dei diritti, a un anno  dal via del registro delle unioni civili.  Tra una settimana, martedì  prossimo, dovrebbe esserci l’ultima  commissione consiliare  prima dell’approdo in aula del  provvedimento per l’ok definitivo.  È qui che i laici di Pd e Sel sono  convinti di avere la maggioranza,  anche se restano scettici  nel fronte cattolico e, più prevedibilmente,  nel centrodestra. Sul  piatto ci sono oggi tre testi. I primi due di iniziativa popolare,  dell’associazione “Io scelgo” e  dei Radicali guidati dal consigliere  Marco Cappato: entrambi  danno la possibilità di depositare  le proprie «dichiarazioni anticipate  sui trattamenti sanitari» di  fine vita, sia in Comune, sia a terzi.  

Ma è proprio sulla prima opportunità,  quella dell’amministrazione  di conservare la busta  con le volontà del singolo, che nei  mesi scorsi era stata sollevata  dalla segreteria generale di Palazzo  Marino un’obiezione sulla  privacy. Meglio «acquisire preventivamente  una specifica autorizzazione  del Garante» per  non correre il rischio di multe o  altri provvedimenti penalizzanti,  era stato il monito. Un eccesso  di scrupolo per molti: oggi sono  già oltre un centinaio i sindaci  che offrono questa opportunità.  

E c`è poi un terzo testo, di origine  consiliare- con Marilisa D`Amico (Pd) e Patrizia Quartieri (Sel)  tra la prime firmatarie -, che aggiunge  anche la chance di poter  lasciare disposizioni «sulla donazione  di organi» e «sulla cremazione  e dispersione delle ceneri».  Un documento destinato a  trasformarsi in emendamenti  durante il dibattito in aula. E sarà  proprio il Consiglio comunale a  decidere se superare il nodo privacy  e andare avanti con il testo  più coraggioso o optare per una  versione più soft. Quella che fa  conservare le volontà a un terzo.  Medico, avvocato, un parente. O  un notaio: è con questa categoria  che si sta affinando una convenzione,  per il deposito del biotestamento  con un costo tra 20 e 30  euro.

 

Marco Cappato, consigliere  radicale, punta alla versione  più estesa: «I sondaggi confermano  che oltre l’`80% dei cittadini  è favorevole al biotestamento  già adottato da oltre 100 Comuni.  Grazie alle proposte di iniziativa  popolare anche Milano potrà offrire  ai cittadini il servizio, conservando  direttamente le dichiarazioni  e attestandone la conservazione  da parte di terzi». Anche  per Marilisa D`Amico, Pd, «il nodo  della privacy può essere superato  ma l`importante è arrivare a  un risultato e che ci sia la volontà  di un cittadino conservata pubblicamente:  sono fiduciosa-dice  – che a breve faremo un altro  pass o in avanti per la tutela dei diritti  negati». «Qualunque sia il  documento che l`aula approverà  tra poche settimane, sarà un altro  segno che siamo un laboratorio  avanzato sui diritti civili – commenta  l`assessore al Welfare,  Pierfrancesco Majorino – Speriamo  che su questi temi il Parlamento  esca dall`immobilismo».