Intervista a Elena Cattaneo: “Interessi economici e zero notizie il metodo non ha peso scientifico”

Il Mattino
Salvo Sapio

Luglio 2005, il premio Nobel Rita Levi Montalcini parlò della ricerca medica «al femminile» e non esitò ad affermare che: «Finalmente le donne danno dei contributi eccezionali: c’è Barbara Ensoli, c’è Silvia Biocca, c’è Elena Cattaneo». E proprio la professoressa Cattaneo, docente all’Università Statale di Milano, cofondatrice di UniStem centro di ricerca sulle cellule staminali, ha giudizi durissimi sul metodo Stamina.

La Camera ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto che di fatto dà il via libera alla sperimentazione. «Questa decisione cambia il destino nella legge su cui aveva lavorato il Senato. Ma la questione è un altra. Si dà il via libera ad una sperimentazione per un metodo che non c’è. Non esiste alcuna pubblicazione ne documento che attesti in cosa consista questo Stamina. La Camera ha cercato di porre alcuni paletti ma evidentemente poco ha potuto rispetto alla pressione mediatica su questa che viene presentata come una terapia miracolosa. Non ci sono prove scientifiche per sostenere che le staminali siano efficaci in terapie neurologiche».

Non è troppo dura nei giudizi? «C’è una mobilitazione scientifica fortissima contro questa sperimentazione. C’è stato un documento dell’Accademia dei Lincei, due editoriali di Nature, l’agenzia europea Ema si è espressa a sfavore, l’ufficio brevetti Usa ha l’ha profondamente bocciata per “inconsistenza”. Quello che deve essere chiaro è che si tratta di una sperimentazione, non esiste alcun metodo, tantomeno miracoloso come si vuol far credere di Stamina. Sono sbalordita da quello che riesce a succedere nel nostro Paese».

Sembra di essere tornati ai tempi del dibattito sul protocollo Di Bella. «E molto peggio perché stavolta gli interessi commerciali sono forti. E stato dichiarato pubblicamente che dietro Stamina c’è la Medestea, che si occupa, fra l’altro, di prodotti per la cosmesi e medicinali a base di erbe. Questa società ha fatto trapelare che nel 2013 avrebbe investito sulle staminali, è chiaro che c’è un forte interesse commerciale da parte di questo committente. Ma manca trasparenza su questo metodo, i malati in stato di debolezza subiscono pressioni, anche mediatiche, che spingono a recepire questo metodo inesistente come miracoloso».

 La norma prevede che le cure potranno essere somministrate «sotto la responsabilità del medico prescrittore». «E chiaro che sia così, una terapia su cui non sono state rese note informazioni può essere pericolosa oltre che inefficace. La comunità scientifica ha chiesto con insistenza notizie, non ci è stata fornita alcuna informazione».

Ancora il disegno di legge: sarà «istituito anche un Osservatorio con compiti consultivi e di proposta, di monitoraggio, di garanzia di trasparenza delle informazioni e delle procedure formato da esperti e associazioni dei familiari. Ogni sei mesi ci dovrà essere una relazione alle commissioni competenti». «E uno sforzo di trasparenza ma alla base c’è il problema di voler rispondere alla compassione piuttosto che al rigore della scienza. Non è mai stata apertamente rivelata alcuna informazione sulla produzione. Adesso c’è un paletto importante: i medicinali, per quanto attiene alla sicurezza del paziente, devono essere preparati in conformità alle linee guida di cui all’articolo 5 del regolamento europeo 1394 del 2007. Per garantire la “ripetibilità delle terapie” le “modalità di preparazione sono rese disponibili all’Aifa e all’Iss” che cureranno anche “la valutazione” della sperimentazione. Stamina deve accettare queste condizioni e, di fatto, rivelare contenuti che fino ad oggi ha tenuto nascosti».

Ma le staminali in medicina quando sono efficaci? «In medicina non esistono scorciatoie. Nonostante ci siano sperimentazioni in neurologia non è stato dimostrata l’efficacia delle staminali. Con le cellule staminali si può curare la leucemia, isolando le staminali dal midollo per poi trapiantarle, per le lesioni della cornea e le lesioni della pelle, utilizzando staminali appunto della cornea e della pelle».

E la conservazione del cordone ombelicale che viene effettuato dopo la nascita dei bimbi, con la conservazione delle cellule in “banche” delle cellule all’estero? «Non serve a nulla. La scienza dimostra che le staminali di un altro bambino sono cinquemila volte più efficaci rispetto a quelle del proprio cordone ombelicale. Anche in questo caso ci sono solo interessi economici e chi spende soldi per far conservare il cordone dei propri figli li butta via. Non serve praticamente a nulla. Dopo decine di anni le cosiddette cellule “conservate” sono fuffa, sono sostanzialmente inutili».