Staminali, gli scienziati: “La Camera modifichi il dl”

Il Messaggero

E’ di nuovo scontro sul decreto che darebbe il via libera ad un trattamento a base di cellule staminali la cui efficacia non è stata dimostrata scientificamente. Il decreto, da un paio di mesi, è fermo alla Camera dopo il sì del Senato. Porta la firma dell’ex ministro della Salute Renato Balduzzi. Una scelta medico-scientifica trasformata in battaglia politica. Oggi alle 15 a piazza Montecitorio la manifestazione dei parenti dei pazienti per chiedere l’approvazione della legge. Ieri i responsabili di 12 fra i principali centri di ricerca italiani chiedono al nuovo ministro, Beatrice Lorenzin, di fermare la legge (decreto Stamina). No, dicono, alla somministrazione, in una struttura pubblica, di un trattamento la cui efficacia non è stata dimostrata. L’agenzia italiana del farmaco e l’Istituto superiore di sanità sostengono la necessità di trattare questa terapia come un farmaco. Modifiche in vista, di fatto una retromarcia rispetto alle scelte fatte da Palazzo Madama che affidavano al centro nazionale trapianti la supervisione della sperimentazione. «Facendo uscire l’Italia – ammonisce il direttore generale dell’Agenzia del farmaco Luca Pani – dal G8 scientifico. Usciremmo dalle regole europee». Solo «catastrofismo» per Davide Vannoni, presidente della Fondazione Stamina. La commissione, che sta esaminando il provvedimento a passo spedito per evitare che decada (il decreto è in scadenza il prossimo 25 maggio), sarebbe orientata a intervenire sul testo. Le parole d’ordine, ha spiegato anche il capogruppo del Pdl, Raffaele Calabrò, sono «attenzione ai pazienti e giusto rigore scientifico».