Cosmetici, in Europa scatta il divieto dei test sugli animali

Corriere della Sera
Margherita De Bac

Roma — Bagnoschiuma, sapone, balsamo. E poi ancora, rimmel, fondotinta, crema emolliente per il viso e ombretto. La lista potrebbe continuare all’infinito. Perché sono decine di migliaia i cosmetici, in pratica tutti quelli in commercio adesso e in futuro, che da domani cambiano in modo radicale il loro status. Non più sperimentati sugli animali ma con metodi alternativi, ad esempio in provetta o direttamente sull’uomo. E un divieto storico quello della direttiva europea la cui applicazione è stata più volte rinviata e che ora diventa tassativa. La maggior parte delle grandi aziende si erano già preparate al cambiamento tanto che oggi una parte dei prodotti sono il risultato di ricerche cosiddette cruelty free, cioè senza l’uso di metodi che provochino sofferenze a topi e cavie. La novità è che il bando diventa totale. 20 anni dl battaglie Si tratta della tappa conclusiva di un processo di progressiva limitazione dell’impiego di test su animali per le verifiche di sicurezza da parte dell’industria cosmetica, E durato quasi 20 anni liter legislativo per l’abolizione dei test su animali dei prodotti cosmetici «E un passo fondamentale per eliminare la vivisezione in tutti i settori della ricerca, inclusa la farmaceutica», saluta con gioia la nuova era Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa, l’ente nazionale protezione animali, che da vent’anni rincorre questo obiettivo. La data dell’u marzo secondo la Ferri «è fatidica per un altro motivo. La direttiva Ue sarà un modello per altri Paesi, primi tra tutti gli Usa». Non è un caso che la scorsa settimana il grande marchio giapponese Shiseido abbia annunciato di voler abolire i discussi test in tutti i laboratori, anche all’estero. Ia sicurezza del prodotti per la bellezza verrà garantita attraverso l’utilizzo di banche dati, test in vitro e prove finali sugli umani. La decisione potrebbe anticipare quella di altre industrie. Michela Brambilla, esponente del Pdl, guarda al futuro: «Ora dobbiamo impegnarci affinché nel più breve tempo possibile vengano superati del tutto esperimenti che si sono dimostrati inattendibili e fuorvianti. Prendiamone atto. Ai cittadini le lobby farmaceutiche propongono la grossolana e falsa alternativa salvare gli animali o l’uomo. La scienza oggi può salvarli entrambi». Per festeggiare questo traguardo, lunedì la Lay (Lega antivivisezione) ha organizzato una manifestazione a Roma a piazza del Pantheon. Sarà chiesto al ministero della Salute di ritirare le autorizzazioni in deroga concesse alla ditta farmaceutica Menarini-Rtc di Pomezia per 8 cani bea-gle in arrivo dal Belgio. Ma la Menarini ha già rinunciato a fare i test sui cani e i beagle saranno affidati a privati. La direttiva Ue vieta di sperimentare sugli animali sia il prodotto finito sia i singoli ingredienti. In estate diventeranno obbligatorie etichette più chiare con indicazioni complete sulla scadenza e l’eventuale presenza di sostanze nanotecnologiche cioè di dimensioni inferiori a ioo micron, su cui permangono dubbi di sicurezza. Luca Nava, Unipro (associazione nazionale imprese cosmetiche), ritiene che il bando porterà benefici a tutti: «L’Europa è da tempo animal free, ora non potranno essere venduti neppure i prodotti i cui ingredienti sono testati in Paesi extraeuropei».