Hollande apre le «stanze del buco» per gli eroinomani

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Libero
Simona Verrazzo

Ancora una rivoluzione nella Francia targata dalla presidenza socialista di Francois Hollande. Dopo il primo sì alle nozze omosessuali adesso tocca alla droga. Aprirà a Parigi, a titolo sperimentale, la prima stanza del buco di Francia. Il via libera è stato dato ieri dal primo ministro Jean-MarcAyrault, che ne ha affidato la gestione alla Commissione interministeriale per la lotta alla droga e al ministero della Sanità, dopo che a dicembre la novità era stata anticipata dalla responsabile del dicastero, Marisol Touraine. Le sale di consumo di droga attualmente illegali in Francia – riferisce l’agenzia di stampa AFP – sono rivolte ai tossicodipendenti di strada, che potranno assumere gli stupefacenti acquistati in proprio in buone condizioni igieniche e sotto la supervisione di personale sanitario. La data di apertura non è stata tuttavia ancora resa nota, mentre – come riferisce il quotidiano Le Figaro- si sarebbe individuata la zona nella capitale francese: Gare du Nord, dove si trova una delle principali stazioni ferroviarie. Come prevedibile l’annuncio ha scatenato polemiche, non soltanto nell’opinione pubblica, ma anche al livello politico. Camille Bedin, vicesegretario generale del principale partito d’opposizione, il conservatore Ump, ha dichiarato che «il governo socialista sta applicando alla lettera la teoria del male per il male, curando l’eroina con l’eroina». È invece favorevole Rémi Féraud, presidente socialista delXarrondissement, il municipio dove si trova il sito individuato. Nel 2010 il ministro della Salute Roselyne Bachelot, del governo targato Ump sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy, si era detta possibilista su un progetto del genere, ma non se ne fece mai nulla. Con Hollande, invece, la Francia andrà ad aggiungersi a quei paesi europei in cui le stanze del buco sono già operative: Norvegia, Svizzera, Gran Bretagna, Germania, Lussemburgo, Olanda e Spagna. Al di fuori dell’Europa sono attive in Canada e Australia. La Francia, scrive sempre Le Figaro, sembra orientata a voler seguire l’esempio della vicina Svizzera, dove la prima Fixerstiibli è stata aperta nel 1986 a Berna. Le città dove oggi sorgono, scrive il sito Swissinfo.ch, sono diverse, tra cui Zurigo e Ginevra. Il modello elvetico prevede un luogo pulito, dove i tossicodipendenti hanno ciascuno il proprio posto, viene fornito tutto l’occorrente (come la siringa) e possono prendersi un caffè e mangiare uno snack. Settimanalmente vengono effettuate consulenze mediche. I sostenitori di queste strutture, così anche come nel caso francese, ritengono che siano una soluzione contro la diffusione dell’Aids o dell’epatite e contro il degrado delle città. Per i detrattori, invece, è soltanto un incentivo per i drogati a non smettere.