Intervista a Marco Pannella. Nella stanza di Pannella “senza giustizia preferisco morire”

la voglia di nutrirlo a forza gli ricordava l’idea di mandare Ofelia in un convento “per preservare la virtu’ del casato, per salvare la mia anima e il mio onore”. Il punto è che “non sopportano la mia fame e la mia sete e dunque quando tutti capiscono che io davvero rischio doverosamente e felicemente la vita, solo allora finalmente esplodono i grandi dibattiti che sempre uniscono e mai dividono un paese, come per il divorsio, come per l’aborto, come per la fame nel mondo…Ora non vogliono che si parli di giustizia e di carceri”.

E però questa volta Pannella – mi raccontano – ha fatto piangere anche Emma che gli ha detto “stai superando i limiti”. E allora hanno discusso del limite. Per chi la politica la sente sul corpo, per chi la intende come fame e come sete, è uan disputa che, prima o poi, deve per forza arrivare. Pannella dice che “bisogna rischiare anche la vita”, da sempre la Bonino gli replica che “il non violento è un fachiro”. Questa volta mi riferiscono che Emma si è sentita male. Dico a Pannella che tanta proccupazione non l’aveva accesa mai: “per preoccuparsi di meno bisogna occuparsi di più”. Sul tavolo c’è una magnifica rosa rossa. E’ un regalo della signora Berinice Ambrosini Oriani, la moglie di un vecchio compagno di scuola: “Ti prego Marco desisti. Hai già vinto”.

Dico a Marco che se devo immaginare la sua morte, tra mille anni, la immagino così, mentre protesta per qualcosa. “Mille anni? Chissà come mi odierei”. Ha le labbre screpolate, la lingua secca, non ce la fa a parlare: “Ho bisogno di mezz’ora di silenzio”. E prima di congedarmi mi racconta dell’euforia da digiuno e mi mostra un libro “Digiuno Autofagia e Longevità”.

Pannella sostiene che lo sciopero della fame gli allunga la vita: “è un’arma di vita”. Spegnamo la luce. Visto su quel lettino con il naso e la bocca grande tutto pelle ossa e occhioni chiari e stralunati, con Mirella che gli accarezza le caviglie, Pannella sembra aver recuperato una fisicità da giovane Holden addormentato. Mirella Parachini è la compagna di una vita, e come nei veri e grandi amori, Mirella e Marco da una vita si prendono e si lasciano per evadere da chissà quali galere.  Sicuramente mettono sotto i piedi la vecchiaia sia perchè lei è semplicemente bella, e acconto a lui non poteva che starci una bella donna, sia perchè, prosciugato fino a 72 chili, Pannella a 82 anni è l’utopia del mondo al contrario, di come sarebbe bello nascere vecchi e cominciare piano piano a ringiovanire e di come sarebbe bello acquisire, anno dopo anno, il vigore della giovinezza senza perdere l’esperienza della vecchiaia.   

Pannella, quel che resta di Pannella, è lì che ringiovanisce, lì che si asciuga, è li che Pannella si spegne bambino.