Da un lato si invocano la sacralità e l’intangibilità della vita – che cosa sarebbe poi la vita? – dall’altro l’autonomia individuale e il bilanciamento dei valori. Questo scontro è ben incarnato dalla legge 40, fortemente sbilanciata a favore del primo fronte. Nella stesura della legge italiana che nel 2004 ha normato le tecniche riproduttive vincono le posizioni moralistiche e paternalistiche. La legge 40 ha imposto una serie di divieti e di restrizioni che hanno escluso molte persone dalla possibilità di ricorrere alla medicina riproduttiva,spingendole alla rassegnazione o all’esilio. I legislatori hanno vietato senza che vi fosse una spiegazione razionale, hanno posto dei limiti senza considerare il panorama normativo italiano e quello europeo. Da allora sono stati molti i tentativi di demolire una norma tanto ingiusta e coercitiva: dal referendum del 2005 ai ricorsi ai tribunali e alle corti. Questo libro vuole raccontare l’assurdità di una norma così illiberale e, soprattutto, come l’azione di alcune coppie abbia portato all’erosione degli articoli più discriminatori e insensati. Oggi, per merito loro, la legge 40 è meno ingiusta.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.