No al ricorso Balduzzi di 80 deputati

Pubblico Giornale
Paola Natalicchio

È stata inviata alla Corte europea dei diritti dell`uomo, l`istanza firmata da 80 deputati, con cui si chiede di rigettare il ricorso del Governo italiano contro la sentenza che boccia il divieto di diagnosi preimpianto contenuto nella legge 40. «Ci appelliamo alla Cedu affinché tenga in considerazione questo importante segnale: esiste un buon numero di parlamentari che non si riconoscono nella scelta del governo, dettata da conservatorismo e da miopia, se non da necessità politi che», sottolinea Antonio Palagiano, presidente della Commissione parlamentare d`inchiesta sugli errori sanitari e responsabile sanità dell`Italia dei Valori, che ha promosso l`istanza. «In pochi giorni prosegue Palagiano – ben 80 deputati hanno deciso di mettere la loro firma per dire al Governo che la tutela della salute dei cittadini è un diritto, e che è compito della politica difenderlo al meglio. Anche se si tratta di cittadini che vogliono ricorrere alla procreazione assistita e, forse tanto più, visto che già si trovano a dover affrontare percorsi difficili». «A queste firme, che vedono uniti Pd e Pdl, Idv e Fli e diversi deputati del gruppo misto – conclude Palagiano – si aggiungono quelle raccolte dai senatori, dagli eurodeputati e la solidarietà di tanti che hanno detto: sono d`accordo ma non posso firmare». Lo scorso 28 agosto la Corte europea dei diritti umani aveva, di fatto, rimesso in discussione la legge 40, bocciando la parte della normativa che riguarda l`impossibilità per una coppia fertile ma portatrice sana di una patologia come la fibrosi cistica di accedere alla diagnosi preimpianto degli embrioni. «Il sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto degli embrioni è incoerente», avevano sentenziato i giudici della Corte di Strasburgo, in quanto allo stesso tempo un`altra legge dello Stato, la 194, permette alla coppia di accedere a un aborto terapeutico nel caso in cui il feto venga trovato affetto da fibrosi cistica. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, si è schierato fin da subito contro la sentenza della Corte, presentando infine ricorso l`ultimo giorno utile, cioè lo scorso 28 novembre. E sollevando le critiche di chi, da sempre, si batte perché il diritto alla diagnosi preimpianto sia rispettato. «La possibilità di effettuare una diagnosi pre-impianto comporta due importanti risultati: evitare un aborto e mettere al mondo un figlio che non soffra. Mi chiedo come questo Governo non abbia agito mosso da questi semplici pensieri di rispetto del diritto della salute e abbia invece operato contro i cittadini italiani», ha ribadito l`avvocato Filomena Gallo, segretario nazionale dell`associazione Luca Coscioni. L`iniziativa degli 80 parlaméntari contro il ricorso Balduzzi rafforza la difesa di questo diritto, riconosciuto dai giudici di Strasburgo, e rilancia ancora una volta il dibattito nazionale sulla iniquità della legge 40. Al tema della diagnosi preimpianto in Italia avevamo dedicato un`inchiesta tematica e la copertina di Pubblico dello scorso 30 settembre.