Inchiesta sui fondi Ue erogati dal ministero per la ricerca scientifica

Corriere della Sera
Ilaria Sacchettoni

Soldi che la Comunità europea ha destinato allo sviluppo di imprese in aree disagiate e che, invece, sarebbero finiti nelle casse di aziende romane, istituti privati bolognesi, consorzi friulani.

La Procura indaga sui finanziamenti autorizzati dal ministero della Ricerca negli ultimi due anni. Le verifiche riguardano, fra le altre, le somme destinate all’Istituto Euromediterraneo di Scienza e Tecnologia, all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, al Consorzio Carso, alla «Ceinge» e alla «Biogem», alla «Neuromed» di Isernia, al Consorzio Interuniversitario di Me.S.E. e alla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, proprietaria dell’Idi, l’ospedale romano sull’orlo del crac.

L’indagine è partita da notizie pubblicate sui giornali: lo scorso 17 novembre Il Fatto Quotidiano ha raccontato il contenuto di un dossier anonimo su metodi e prassi in vigore negli uffici del ministero addetti a valutare i singoli progetti (i Pon, piani operativi nazionali).

Il ministro Francesco Profumo ha già avviato un’indagine interna. Ora sarà il procuratore aggiunto Francesco Caporale a coordinare l’inchiesta: procede per abuso d’ufficio e presto la Finanza farà le prime acquisizioni. Nel documento anonimo viene descritta l’interazione fra funzionari ministeriali, consulenti di progetti per il fondi europei e imprenditori di molte regioni italiane. Una sorta di «cricca» che governerebbe l’accesso ai finanziamenti miliardari.