A seguito della presentazione del reclamo presentato dal governo italiano contro la sentenza della Corte europea sul divieto della diagnosi preimpianto contenuto nella legge 40/2004, quattro europarlamentari, Niccolò Rinaldi, Andrea Zanoni, Gianni Vattimo di Alde-Idv e Gabriele Albertini del Ppe-Pdl, in collaborazione con l’associazione Coscioni, hanno inviato un’istanza alla Corte europea dei diritti dell’uomo con l’obiettivo di far dichiarare inammissibile il procedimento del governo italiano.
L’istanza – si legge in una nota congiunta degli europarlamentari – ha lo scopo di porre al centro della tematica il rispetto dei diritti delle coppie ad accedere alla possibilità di effettuare una diagnosi clinica (possibilità che in questo caso è legata anche al tempo che per queste tecnologie gioca un ruolo rilevante) e l’adeguamento della nostra legislazione alla Carta Edu e alle fonti primarie del nostro ordinamento.
L’istanza fa riferimento originario alla decisione dello scorso 28 agosto della Corte europea dei diritti dell’uomo secondo la quale il divieto per le coppie fertili, portatori sani di malattie geneticamente trasmissibili, di accedere alle tecniche di fecondazione in vitro per poter effettuare la diagnosi preimpianto, posto dalla legge 40/2004, viola l’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.