Ogm sì, ogm no: un rebus senza soluzione

download (1).jpg
Largo Consumo
Salomone Luca

Cesare Puccioni, presidente di Federchimica, sulle pagine del web magazine dell’associazione ha a suo tempo (26 giugno) espresso, con toni molto chiari, la propria opinione sulle misure da adottare in agricoltura.

«Impossibile sfamare il pianeta senza il supporto della chimica in tutta la filiera agroalimentare. L’ambizione di nutrire il mondo diventerebbe chimera senza la chimica: fertilizzanti, agrofarmaci e colture biotech, per raccolti abbondanti; mangimi più nutrienti e farmaci veterinari per allevamenti sani; aromi, conservanti, gas alimentari e tutte le sostanze che permettono al cibo di viaggiare per il mondo, conquistando territori che il deperimento degli alimenti rendeva inaccessibili. Non da ultimo, packaging per alimenti sempre più leggeri, compatibili con la sostenibilità ambientale e per un cibo ben conservato».

Insomma, ci salveranno i fertilizzanti, le tecnologie e molte altre invenzioni umane? Pare propri di sì, se guardiamo ad avvenimenti ancora più recenti. Come è noto l’Unione europea, con una sentenza shock, ha dato via libera anche da noi agli Ogm. Soddisfazione ha espresso Assobiotec, l’associazione di settore che fa parte della stessa Federchimica. Leggiamo ancora, sempre dal web magazine Chimica & Oltre, questa volta del 6 settembre, che «le autorità italiane dal 2001 hanno adottato una politica legislativa tale da impedire la coltivazione del mais geneticamente migliorato.

Che questa politica sia di fatto illegittima e contraria al diritto comunitario lo dimostra la sentenza della Corte di Giustizia europea, dalla quale appare evidente che sono stati lesi i diritti di scelta degli agricoltori ad adottare i frutti dell’innovazione biotecnologica, così come i diritti delle aziende sementiere ad introdurre le nuove varietà — scrive Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec —. Questa politica cieca ha causato danni enormi: basti pensare che gli agricoltori italiani hanno perso in questi 11 anni di mancato progresso tecnologico centinaia di migliaia di tonnellate di mais a causa dei parassiti. Senza contare i gravi danni subiti dall’intera filiera produttiva dell’allevamento animale, colonna portante delle produzioni alimentari tipiche e di pregio, in termini di costi di produzione e di competitività».

Opinioni a confronto Qualcuno dirà: ma questi giornalisti non sanno fare altro che il “copia e incolla” dai siti? La risposta è un’altra e molto più amara: questi giornalisti non hanno ancora capito dove stiano il torto e la ragione e così si limitano a mettere le opinioni a confronto. Un fatto è certo: al consumatore finale la chimica e gli Ogm non piacciono affatto, sanno di sofisticazione, di malattia, di prodotto pericoloso, cancerogeno o chissà cos’altro. Quindi non si vede come si potranno mai proporre, nemmeno con tutte le sentenze di questo mondo, beni di cui la gente ha paura, quasi terrore. Quello che Federchimica e le associazioni collegate dovrebbero fare è convincere la collettività, stampa compresa, che gli argomenti a favore di fertilizzanti e Ogm sono buoni argomenti. Una “mission impossible”? Praticamente sì, visto che i contrari sono persone altrettanto serie e credibili. Facciamo parlare per tutti Alessandro Trianfafyllidis, agronomo e imprenditore agricolo biologico con tanto di master in Gestione delle risorse naturali, nonché presidente di Aiab, la maggiore associazione dell’agricoltura bio, che il 26 giugno, dalle pagine del web magazine Greenreport, ha risposto a Puccioni, praticamente in tempo reale.

Secondo il presidente — ma quanti presidenti ci sono in questo articolo? — le argomentazioni di Puccioni sono per lo meno ingannevoli. Il legame tra pesticidi e diserbanti e lo sviluppo di disfunzioni alla tiroide, o il maggiore rischio di sviluppare il morbo di Parkinson sono ormai dimostrati, come pure gli effetti cancerogeni e neurotossici. Se è vero che esiste una chimica sostenibile, è vero anche che la produzione basterebbe ampiamente a dare da mangiare a tutti i 9 miliardi di abitanti del pianeta. «Il problema vero — ha dichiarato — è garantire a tutti i popoli il diritto e l’accesso al cibo». E per quanto riguarda gli Ogm? Sempre su Greenreport (20 settembre) sito costantemente aggiornato e decisamente autorevole, Trianfafyllidis, commentando i risultati di uno studio molto approfondito condotto in Francia, ha dichiarato che «gli Ogm già rappresentavano una grande minaccia per la biodiversità e le produzioni di qualità presenti, ora con questo studio sappiamo con maggiore chiarezza che sono nocivi anche alla salute animale. Evitiamo, quindi, di fare la fine dei topi: le nubi che si addensano intorno alla salubrità degli Ogm riportano sul tavolo le incognite degli organismi geneticamente modificati. Bisogna basarsi sul principio di precauzione, in primis in relazione alla salute umana, ma anche in merito all’ambiente e ai sistemi agrari. Sollecitiamo, pertanto, il commissario europeo alla Salute John Dally e il commissario all’ agricoltura Ciolos a un’immediata sospensione delle autorizzazioni alla coltivazione Ogm in Europa. Bisogna poi proseguire nel fare chiarezza sui rischi che i consumatori europei potranno incontrare in futuro a causa degli Ogm».