Il curriculum dei palliativisti

il Sole 24 Ore
Rosanna Magnano

Dopo quello del medico palliativista e del medico di medicina generale, già pubblicati, sono ora in arrivo i «core cunicula» dell’infermiere palliativi-sta e dell’assistente sociale. Si tratta, in ciascun caso, della definizione di una «mappa» che assicuri ai medici e alle altre figure professionali coinvolte nell’équipe multiprofessionale dedicata un set comune di saperi e competenze adeguate alla specificità delle cure palliative. I cantieri aperti sono quelli della Commissione formazione della Società italiana cure palliative, che si chiuderanno entro i primi sei mesi del 2013 con la definizione dei curricula relativi allo psicologo, all’operatore sociosanitario e al fisioterapista. «Siamo in un momento storico – spiega il presidente della Sicp, Adriana Turriziani – di grande sviluppo delle cure palliative nel nostro Paese ed esiste una domanda plurima di formazione. Il nostro lavoro sui core curricula vuole fissare i contenuti essenziali e ininunciabili di una formazione unitaria delle diverse figure professionali e costituire anche un riferimento per quella che sarà in un futuro, si spera non troppo lontano, la disciplina vera e propria. Un lavoro insomma da indirizzare a decisori politici, presidenti dei corsi di laurea, così come ai direttori di Asl». Che non sia un’operazione superflua, lo dimostra il fatto che a due anni dal varo della legge quadro (la legge 38/2010), il nodo della formazione è ancora lontano dall’essere sciolto. I master di primo e secondo livello attivati in Italia sono meno di una decina ma non sono professionalizzanti e il settore è ancora in attesa dell’istituzione della disciplina “cure palliative”, che dovrebbe essere in dirittura d’arrivo ma che al momento non viene insegnata in alcun modo all’università. C’è poi l’incognita del personale docente all’interno dei master attivati. «Non sempre – spiega Danila Valenti, coordinatrice dei core cunicula per la Sicp e responsabile delle cure palliative dell’Azienda Usl di Bologna – il personale docente è in possesso di specifiche competenze nel settore, acquisite attraverso un’esperienza clinica diretta e documentata. Si tratta invece spesso di docenti provenienti dal mondo accademico, senza un vero vissuto». A questo proposito la Sicp ha proposto lo scorso settembre un manifesto in otto punti, già fumato da 1.400 persone, per tutelare la professionalità di chi in questi anni ha praticamente «fondato» le cure palliative italiane e per garantire che la trasmissione dei saperi avvenga seguendo un percorso corretto. Come si impara, dunque, a curare chi non può guarire? Centro dell’apprendimen to in cure palliative (il «core») è infatti un livello empatico di relazione con il paziente che difficilmente si può acquisire, se non direttamente sul campo. Tra i pilastri delle competenze palliativiste: il rispetto dei valori e dei bisogni del paziente, la modalità operativa multiprofessionale e transdisciplinare e soprattutto la comunicazione con il malato, con la sua famiglia e all’interno dello staff «I core cunicula realizzati dalla Sicp partono dalle competenze imprescindibili – conclude Valenti – che i medici palliativisti, gli infermieri, gli psicologi, i fisioterapisti, i palliativisti in pediatria, i medici di medicina generale, gli operatori socio-assistenziali devono apprendere in un percorso di formazione adeguato in cui la formazione sul campo e la trasmissione della capacità di ascolto, delle competenze relazionali, della capacità di accompagnare, giocano un ruolo chiave. Auspichiamo che la Scuola di specializzazione in cure palliative possa anche in Italia, come in molti Paesi europei ed extraeuropei, diventare una realtà».