Il mio saluto personale al congresso dell’Associazione Luca Coscioni che io continuo a ritenere fin da quando mi sono iscritto alla fondazione, una delle poche iniziative sane e veramente interessanti del panorama culturale italiano. Mi è stato chiesto di essere breve e di portare solo il mio saluto, lo farò in pochissimi secondi. Consentitemi 3 telegrammi: Il primo è intitolato “un paese senza ricerca”. Io non sono potuto venire, nonostante avessi già fatto i biglietti del treno, perché in questi giorni noi universitari siamo impegnati, affondati nell’attuazione della riforma Gelmini. io continuo a ritenere che in sé la riforma Gelmini non è una cattiva riforma, il problema è che le riforme in Italia si attuano sempre all’italiana. Che cosa significa questo? Che mentre la riforma Gelmini aveva eliminato le Facoltà, di fatto nella mentalità dei professori e colleghi universitari italiani questa abolizione non riguarda tanto le facoltà quanto i dipartimenti. Come tutti sanno, siccome i dipartimenti si occupavano di ricerca e le facoltà di organizzazione della didattica, i professori italiani stanno attuando in maniera distorta la riforma Gelmini per eliminare la ricerca e tenersi la didattica. Questo significa che in un paese che fa pochissima ricerca, noi avremo una università non del futuro, ma dell’immediato futuro che abolisce dal punto di vista legale la ricerca. Di fatto la ricerca verrà azzerata. Io vorrei che su questi temi l’Associazione Coscioni, nella quale mi riconosco pienamente, sono grato a Filomena Gallo, a Marco Cappato e tutti voi che siete lì anche in rappresentanza di chi, come me, non ha potuto essere presente per portare avanti queste battaglie, vorrei che l’Associazione Luca Coscioni si occupasse di più di questi temi perché è una associazione che si occupa nel suo statuto della libertà della ricerca scientifica, il problema che noi in Italia rischiamo di non avere proprio l’oggetto, la ricerca scientifica. Quindi prima ancora della “libertà della ricerca” bisognerebbe occuparsi della ricerca. Secondo telegramma: A mio avviso oggi conviene concentrarsi su poche battaglie decisive. A mio avviso una di queste battaglie decisive, una di quelle frontiere com’è stato il divorzio o l’aborto, è la questione dell’eutanasia che non è semplicemente una traversia di gente scalmanata che vuole ammazzare le persone per prendersi i testamenti, queste schifezze e orribili cose che i nemici di una società libera, ricordo il bellissimo libro di Feyrabend “La scienza in una società libera”, che invito tutti i nostri associati a leggere o rileggere, noi dobbiamo costituire una società libera fondata su una libera ricerca scientifica che è dubbio critico e non una società fondata sui dogmi, e per fare questo la battaglia sull’eutanasia, cioè sulla libertà di come uno voglia curarsi più accuratamente, perché la questione non è solo la buona o cattiva morte, la questione è della libertà del corpo delle persone che non è soltanto il corpo ma è tutta la persona. Quindi l’eutanasia è una frontiera decisiva della nostra società futura e quindi io su questo invito l’Associazione a tenere non soltanto duro sulle posizioni, ma a intensificare, senza disperdere le energie, perché siamo in un momento di eccessivo rischio di dispersione. L’Associazione si è ingrandita e giustamente e meritoriamente, però dobbiamo non smarrire alcuni punti fondamentali: l’eutanasia è un punto fondamentale su cui si va a giocare tutto il futuro assetto della società libera o della società schiava italiana. Infine un ultimo telegramma e finisco: Il problema italiano è il problema dell’informazione, scienza libera e libertà di ricerca significano anche libero accesso all’informazione. Noi abbiamo molti scienziati e molti scienziati sociali, perché su questo l’Associazione deve fare una riflessione importante, non esistono solo coloro i quali curano il cancro o gravi malattie come la sclerosi multipla, esistono gli scienziati sociali che si occupano di segnare linee di una società libera e di una società che deve programmare se stessa secondo linee di razionalità. A questi scienziati sociali dobbiamo prestare attenzione e dare loro una maggiore voce. Oggi la società italiana è una società bloccata perché l’accesso all’informazione è un accesso partitocratico e è filtrato, immediato dai grandi potentati microfeudali di questo paese. Io chiudo con l’auspicio, sono felice di fare parte di questa associazione, una delle cose più belle che ho fatto nella mia vita, sono grato a voi che ve ne occupate giorno e notte e io mi occupo sul campo per inverare i valori che l’Associazione Luca Coscioni porta avanti, mi conforto e consolo pensando che ci sono persone come voi che si occupano di questi temi in maniera molto approfondita. Sono felice di fare parte di questa associazione e auguro a tutti un proficuo futuro su questi temi, dobbiamo essere molto attenti a continuare a cavalcare le nostre battaglie e soprattutto a restringere oggi a pochi obiettivi decisivi a concentrare le nostre energie e sforzi su pochi obiettivi perché meglio ottenere una cosa per volta che invece non ottenere nulla.