Procreazione assistita, giudice ordina “la diagnosi preimpianto è un diritto”

La Repubblica

Per la prima volta dall’entrata in vigore della legge 40 nel 2004 sulla fecondazione assistita, un giudice ha riconosciuto il diritto di una coppia di poter fare la diagnosi preimpianto. Il Tribunale di Cagliari ha autorizzato una coppia, lei malata di talassemia major e lui portatore sano, di eseguire il test all’Ospedale Microcitemico di Cagliari. 
La donna – affetta da una malattia del sangue che porta a un difetto nella sintesi dell’emoglobina – aveva chiesto al centro ospedaliero di eseguire la diagnosi per evitare l’impianto di un embrione malato e si era rivolta alla Corte Costituzionale, che però non si era pronunciata. La sentenza, depositata questa mattina, supererebbe il problema di legittimità costituzionale perché propone una interpretazione della legge ispirata agli stessi principi costituzionali. Si tratterebbe quindi di una scelta interpretativa che esclude l’intervento della Corte Costituzionale.
E’ già accaduto in passato che la magistratura abbia aperto una breccia nella tanto discussa legge 40. Nel 2010, il giudice Antonio Scarpa, del Tribunale di Salerno, autorizzò la diagnosi genetica preimpianto per una coppia fertile ma portatrice di una grave malattia ereditaria, l’atrofia muscolare spinale di ripo 1. La legge 40 impedisce alle coppie fertili di accedere a queste tecniche per tentare di avere figli sani, ma il giudice Scarpa ha ammesso questa possibilità.
 La sentenza di Cagliari, oggetto di una conferenza stampa organizzata oggi a Roma dall’associazione Luca Coscioni, va dunque “a correggere la situazione italiana – ha spiegato Filomena Gallo, segretario dell’associazione – in cui su 357 centri di Pma attivi, nessuno dei 76 pubblici offre la diagnosi preimpianto, nonostante con le linee guida Turco del 2008 sulla legge 40/2004 sia consentita. Non solo: non viene offerta la crioconservazione e si osserva ancora il limite dei 3 embrioni creati, anche se non è più obbligatorio dopo la sentenza della Consulta del 2009”.