Sla, i malati: “Volete il morto” Esodati, salvi altri 10mila

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Altro che tutto risolto. I duecento milioni destinati al sostegno dei non autosufficienti «sono una elemosina», replicano i malati di Sla, che da oggi riprenderanno lo sciopero della fame e che per il 21 novembre annunciano «azioni clamorose». Per quel giorno, i malati di Sla, molti già costretti in carrozzina, paralizzati nella respirazione e nella parola, si sono dati appuntamento davanti al ministero dell’Economia. I più gravi che vivono attaccati al respiratore si presenteranno senza ventilatore polmonare di scorta. Sarà una «protesta estrema», avvertono. Che andrà avanti a oltranza. Fino a quando, esaurite le batterie, rischieranno il soffocamento. «Non vi basta lo sciopero della fame, qui volete il morto in diretta tv e sarete accontentati», recita l’ultimo comunicato spedito alle agenzie da Salvatore Usala, il presidente del Comitato 16 novembre, che poche settimane fa aveva ricevuto Fornero e Balduzzi nella sua casa di Monserrato. Altro capitolo aperto restano gli esodati. Ieri sono state trovate le risorse per salvaguardare altre 10.130 persone. «Un passo avanti importantissimo», secondo Bonanni della Cisl. «Ma il problema rimane assolutamente non risolto», replica Vera Lamonica della Cgil, che critica «l’enfasi eccessiva» posta su «un numero di salvaguardati che non è affatto risolutivo». E mentre la Lega tuona contro la maggioranza che ha votato l’emendamento per salvaguardare altri 10mila persone, Cesare Damiano del Pd avverte: «Ora bisogna costituire un Fondo » per tutelare anche le altre vittime della riforma Fornero. In quel fondo – dice Damiano – per il momento confluiranno i primi 9 miliardi stanziati dalla legge di stabilità e gli ulteriori 540 milioni aggiunti ieri. Poi però dovranno essere trovate altre risorse per gli anni successivi.