L’Aids fa ancora paura: in città 2 malati al giorno

fioccorosso.jpg
il Giornale Milano
Maria Sorbi

Dell’allarme Aids non si parla quasi più. Ma questo non significa che il problema sia sparito, anzi. A Milano ogni giorno due persone scoprono di essere affette da Hiv. E, ciò che è ancora peggio, si stima che per ogni infezione accertata ce ne sia una sommersa. Questo fa ancora più paura perché si presuppone che una persona inconsapevole del suo virus non stia  particolarmente attenta a rapporti sessuali protetti e quindi diventi un veicolo di contagio pericoloso. «Non si fa prevenzione – denuncia Massimo Cernuschi, medico del San Raffaele e presidente dell’Asa, associazione solidarietà Aids- e il quadro generale sta peggiorando. Sempre più spesso in ospedale arrivano persone che hanno già i sintomi dell’Hiv, che presentano immunodeficienze ma sono del tutto inconsapevoli di ciò che hanno. Il senso del rischio quindi non è percepito». Tra le persone che scoprono di essere sieropositive quando il virus è già in circolazione da tempo, ci sono parecchi adulti, eterosessuali, regolarmente sposati con moglie e figli. E magari a 70anni, da un’analisi del sangue, si sentono leggere il verdetto. Una scappatella extra coniugale del passato rischia di trasformarsi in uno o più contagi. A catena. Anche per questo volontari tornano a insistere sulla prevenzione. Per la prima volta un’associazione, l’Asa, dà la possibilità a chiunque di effettuare gratis il test della saliva per verificare la presenza di anticorpi anti Hiv. L’appuntamento è per martedì 13 novembre (dalle ore 12,30 alle ore 18) nella sede di via Arena 25. L’esame, nient’affatto invasivo, sarà effettuato prima di una chiacchierata con il paziente ma i medici assicurano la più totale privacy. Tanto che il risultato del test non verrà nemmeno comunicato per iscritto ma gratuitamente. In caso di riscontro del virus, allora il paziente sarà subito messo in contatto con l’ospedale San Raffaele (dove il test della saliva si fa già da tempo) e gli esperti lo riceveranno il giorno successivo per un approfondimento. L’Asa coprirà le spese dei test (ogni kit con tanto di analisi costa tra i dieci e i 15 euro) grazie ai fondi accumulati con donazioni e assegni dei privati, con sponsor e collaborazioni con enti pubblici. Tuttavia servono iniziative più a tappeto per arginare sul serio il rischio Aids. In base ai dati diffusi dall’Asl qualche mese fa risulta infatti che la Lombardia sia la regione con il numero più alto di casi di contagio: circa 2mila all’anno, ben la metà di quelli diagnosticati in tutta Italia. Inoltre dal 2000 ad oggi si calcola che la popolazione dei sieropositivi superi le 50mila persone, con picchi di 25mila casi tra Milano e provincia.Tuttavia dire un numero preciso è impossibile proprio perché la maggior parte di quelli che hanno contratto il virus non ne sono consapevoli. Grazie all’iniziativa dei test della saliva, l’Asa cerca di effettuare una sorta di censimento per capire quanto e come di sta sviluppando la mappa dell’Hiv. I dati, incrociati con quelli dell’Asl, dovrebbero mettere a fuoco una fotografia più aggiornata e spronare le istituzioni a investire più fondi sulla prevenzione. Per fare qualcosa oltre ai test della saliva, all’assistenza ai malati (200 quelli nelle case alloggio AsI) e ai controlli al Niguarda sulle prostitute.