Le “cure essenziali” garantite solo in 8 regioni

Aggiornamento Lea e Nomenclatore
Corriere della Sera

Cure e servizi sanitari «non uguali» per tutti. Questa volta a segnalarlo non sono i pazienti, ma il Ministero della Salute nel Rapporto 2012 (dati 2010) sul rispetto dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, le prestazioni, cioè, che vanno garantite ai cittadini. Secondo il monitoraggio, sono solo otto le Regioni promosse, sette del Centro-Nord (Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Veneto, Piemonte, Lombardia) più la Basilicata (vedi tabella e box), mentre sono «parzialmente inadempienti» Abruzzo e Liguria: la prima deve «recuperare» su servizi di assistenza domiciliare, residenziale e cure palliative; l’altra, sul fronte della prevenzione e del tasso di ricoveri ospedalieri che è ancora alto. Critica la situazione nelle Regioni con Piani di rientro dal deficit sanitario, a cui quest’anno si è aggiunta la Puglia. E dal rapporto emerge che peggiorano le performance di alcune Regioni già inadempienti, per esempio la Calabria, dove aumentano i ricoveri evitabili per complicazioni di malattie croniche come diabete o asma. L’indagine non ha riguardato Valle d’Aosta, Bolzano e Trento, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, perché non partecipano alla ripartizione del 3% del Fondo sanitario nazionale, cioè quella riserva che viene attribuita dal Comitato di gestione dei Lea a chi li rispetta, dopo l’avvenuto riparto delle risorse complessive. «Il nostro obiettivo non è dare pagelle — precisa Flavia Carle, della Direzione generale programmazione sanitaria del Ministero della Salute —. L’indagine serve al Ministero per assicurare l’equità dei Lea su tutto il territorio nazionale, ma è anche un supporto per le Regioni: individuando le aree critiche, tramite parametri condivisi, possono programmare interventi mirati». «Peraltro, anche se una Regione è adempiente non significa che sia perfetta — afferma la dirigente del Ministero —. Per esempio, in molte è ancora insufficiente la diffusione degli screening per la diagnosi precoce dei tumori a seno, cervice uterina e colon retto». E peggiorano un po’ dappertutto i costi dell’assistenza farmaceutica, mentre continuano a essere carenti, specie al Sud, assistenza domiciliare e strutture residenziali per disabili e anziani. Penalizzati, questi ultimi, anche quando si fratturano il femore: operati spesso in ritardo (dopo 3 giorni), hanno minori possibilità di recupero. «Entro il 31 dicembre sarà emanato un Decreto che aggiorna i Lea ma, di fatto, anche la loro attuale erogazione è più a rischio» denuncia Giuseppe Scaramuzza, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato. I motivi? «Dal documento delle Regioni sulla Manovra finanziaria 2012 — dice — si deduce che nei prossimi due anni il finanziamento per il Servizio Sanitario si contrae, senza contare i possibili tagli futuri».