Innovazione Tre storie di «makers» selezionati da Telecom Italia

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Corriere della Sera
Serena Danna

 Si chiamano «makers», termine che indica un movimento contemporaneo di artigiani del futuro, nato negli Stati Uniti negli anni 00. Sono uomini e donne, giovani e non, che hanno deciso di affrontare la crisi economica attraverso l’innovazione, startupper che stanno rielaborando in chiave tecnologica il concetto di fai-da-te. A loro Telecom Italia dedica un evento, «Italia x io», nell’ambito del Festival della Scienza di Genova, che — come recita il titolo — porterà sul palcoscenico dieci makers italiani che si sono distinti per creatività e tenacia negli ultimi anni. L’idea dell’azienda di telecomunicazioni — come ha affermato Massimiliano Tarantino, responsabile iniziative e progetti istituzionali di Telecom Italia — è quella di creare una «piattaforma per dare visibilità a idee e progetti di chi non ha un palcoscenico a disposizione e, contemporaneamente, esempi positivi al Paese». Così lunedì 29 ottobre i dieci startupper selezionati da Telecom avranno sette minuti (più 3 di intervista) ciascuno per descrivere alla platea i loro progetti.

Un gioiello di riciclo Tra di loro ci sarà Eliana Venier, 35 anni, titolare e designer di Alienina, brand di gioielleria contemporanea che produce preziosi utilizzando materiali riciclati. «La filosofia del nostro progetto — ha dichiarato Venier, che ha trasferito il laboratorio da Milano all’Umbria — è quella di allungare il ciclo di vita degli oggetti». Alienina trasforma stoppini di cotone per le lampade a petrolio, corde da barca o da arrampicata, gomme delle automobili in collane e orecchini «iperlavabili, non tossici e sostenibili», precisa la designer. Tutti i gioielli sono fatti a mano in laboratorio utilizzando tecniche di lavorazione ormai dimenticate, come l’intreccio dei tappeti. Alienina, fondata nel 2008, è stata lanciata grazie al web e oggi ha canali di distribuzione (online e offline) in tutto il mondo.

Il «caschetto» per disabili Un progetto destinato a migliorare la vita di migliaia di persone è, invece, quello proposto da Pasquale Fedele, fondatore di Liquidweb, start-up nel settore dell’Information and Communication Technologies (Ict). Insieme al suo team Fedele sta sviluppando «Brain Con-trol», un sistema di interfacce neurali per persone affette da disabilità neurogenerativa. Grazie a un caschetto dotato di sensori Eeg (quelli che si usano per gli encefalogrammi), un tablet e una connessione senza fili, le persone affette da malattie che impediscono loro di muoversi, potranno spegnere le luci o aprire le finestre solo attraverso il pensiero. «Inizialmente abbiamo sperimentato il casco sui “sani” — spiega Fedele, laurea in Ingegneria e specializzazione in tecnologie assistive —, quando siamo passati ai disabili abbiamo scoperto che non cambia nulla: un sistema cerebrale intatto lavora allo stesso modo nelle due categorie». L’utente pensa in quale direzione muoversi e l’interfaccia del tablet reagisce consentendogli di selezionare la voce di un menu o di utilizzare la tastiera. Tra un paio di mesi la prima versione del sistema (ne sono previste quattro) verrà messa in commercio.

Il balcone antizanzare È già in vendita dal 2o07 il kit ecologico «antizanzare» pensato e prodotto da Eugea, spin off dell’Università di Bologna che si occupa di «ecologia privata». Il kit prevede una scatoletta contenente acqua e copepodi, piccolissimi crostacei mangiatori di zanzare allevati dagli entomologi che seguono il progetto. «Dal 2007 a oggi abbiamo prodotto circa cinquanta soluzioni per l’ecologia in città, che vengono realizzati da ragazzi disabili e da tossicodipendenti grazie al sostegno delle cooperative sociali», racconta Gianumberto Accinelli, entomologo a capo di Eugea. Recentemente è partita anche una casa editrice. Che siano oggetti o libri l’obiettivo è sempre lo stesso: «Mostrare la città dal punto di vista dell’ecologo e non del cittadino o del consumatore». Una sfida bella e difficile per gli stressati lavoratori metropolitani