Sclerosi multipla Malati coinvolti nella scelta del tipo di cura – “Scegliere la cura con il paziente”

La Repubblica
Alessandra Margeth

LIONE – Sclerosi multipla, la terapia la decide il paziente. In accordo con il medico, naturalmente. Lo affermano all’Ectrims (European committee for treatment and research in multiple sclerosis) di Lione, appuntamento dei maggiori esperti in materia per fare il punto su ricerca e cure. Spiega Gavin Giovannoni, Baits and The London School of Medicine, Gran Bretagna: «Il paziente deve essere informato sulle possibilità di cura per la sua forma e il livello di gravità della malattia. È fondamentale per stabilire un rapporto costruttivo tra medico e paziente nel decidere quale terapia scegliere. Alcuni farmaci sono molto efficaci, ma possono avere effetti collaterali anche pesanti. Per questo il paziente vacoinvolto nell’impostazione della cura». In Europa ci sono 630mila malati di SM (sclerosi multipla), circa 65mila in Italia, con un aumento di 1.800 casi ogni anno. Inizia solitamente verso i 30 anni, e le donne sono colpite in misura doppia rispetto agli uomini. La forma più diffusa è la recidivante-remittente. Questa malattia colpisce il sistema nervoso centrale e tende a peggiorare nel tempo. Non se ne conoscono ancora le cause; ci sarebbe una predisposizione genetica che verrebbe attivata da fattori esterni, come ad esempio le infezioni virali. All’Ectrims sono stati presentati diversi studi per approfondire il ruolo della vitamina D sul sistema immunitario e l’insorgenza di SM. Sottolineato anche il fumo come fattore di rischio per questa malattia. Mentre la sieropositività al cytomegalovirus risulta associata a un minore rischio di sclerosi. Molti studi presentati al congresso di Lione hanno spiegato i progressi delle terapie farmacologiche. Da poco in uso negli Stati Uniti, è in corso di approvazione presso le autorità europee, teriflunomide, nuovo trattamento orale di Genzyme Sanofi con una somministrazione al giorno per le forme recidivanti di sclerosi multipla. Efficace nella riduzione delle recidive, nel rallentare la progressione della disabilità fisica e del numero di lesioni cerebrali rilevabili con risonanza magnetica. Nuovi dati positivi sul dimetil fumarato per via orale di Biogen Idec, in via di approvazione in America ed Europa; e conferme sull’efficacia di natalizumab per ridurre le recidive, soprattutto nelle fasi precoci della malattia. Teva ha presentato i dati dello studio Gala su efficacia e tollerabilità di un dosaggio sperimentale di glatirameracetatoiniettabile. Mentre Novartis ha esposto le sue ricerche sulla rapidità di azione di fingolimod, terapia orale in monodose giornaliera. Infine, ha terminato la fase sperimentale Alemtuzumab, anticorpo monoclonale per le forme recidivanti. Dai primi dati sembra che una somministrazione endovena in due cicli a distanza di un anno blocchi le recidive.