Da dieci anni i laboratori di ricerca di tutto il mondo stavano cercando di indentificare il gene. Ci sono riusciti i camici bianchi del centro Sla dell’ospedale torinese, assieme ai colleghi milanesi, cagliaritani e americani. La novità apre le porte a una possibile terapia genica.
E’ stato identificato un nuovo gene, principale responsabile della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) familiare e sporadica. Da circa 10 anni i laboratori di tutto il mondo stavano tentando di identificare il gene di cui era nota solo la localizzazione a livello del cromosoma 9.
Lo studio (pubblicato dopo appena due settimane), sulla rivista Neuron, è stato condotto da ricercatori italiani del centro Sla delle Molinette, dell’Università cattolica del Sacro Cuore e dell’università di Cagliari, assieme a un gruppo del Laboratorio di Neurogenetica del National Institutes of Health.
L’analisi su 268 casi familiari di SLA americani, tedeschi ed italiani e 402 casi familiari e sporadici di SLA finlandesi ha permesso di scoprire che il 38% dei casi familiari e circa il 20% dei casi sporadici erano portatori di un’alterazione di uno specifico gene.
La scoperta del gene apre la possibilità futuro di una terapia genica ma altri studi cercheranno di approfondire meglio che tipo di correlazioni ci sono con la frequenza dei casi fra i calciatori, come spiega Adriano Chiò, direttore del Centro Sla del Dipartimento di Neuroscience dell’ospedale Molinette di Torino, uno degli autori dello studio.
"Non abbiamo ancora guardato il loro dna – dice Chiò – perché fra i casi che sino verificati fra i calciatori non sembrano esserci forme familiari, solo sporadiche". Lo studio proseguirà ora analizzando il dna di cinque calciatori colpiti dalla malattia. "Per ora, una delle ipotesi che si può esplorare – aggiunge il direttore – è quella di comprendere se fra questi sportivi ci possono essere delle condizioni ambientali capaci di attivare la malattia fra chi è geneticamente predisposto".
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