A partire dalla seduta di oggi dell’aula della Camera, potrebbe essere questa una settimana decisiva per la proposta di legge sul fine vita, con la votazione di emendamenti e di un articolo dopo l’altro dei nove che la compongono. Anche il premier Silvio Berlusconi nei contatti avuti nella giornata di ieri ha insistito sul fatto che questo dibattito parlamentare costituisce, nel nuovo corso del Pdl, “una prima prova su un tema qualificate, nella quale si deve mostrare unità e non ci si può permettere sfilacciamenti “ Una conferma del valore annesso a questo passaggio è il fatto che la prima riunione del gruppo parlamentare del partito alla Camera con il nuovo segretario, Angelino Alfano sarà tutto dedicato al fine vita.
Si può avvicinare così il via libero definitivo del provvedimento recante il titolo “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (dat)”, che richiederà probabilmente un ulteriore passaggio al Senato. A Palazzo Madama il testo, con relatore i pidiellino Raffaele Calabrò, è stato approvato il 26 marzo del 2009, dopo sei mesi di iter (infatti l’esame in commissione Sanità del Senato era iniziata il primo ottobre del 2008). A sollecitare una rapida approvazione vi fu anche la tragica morte di Eluana Englaro il 9 febbraio del 2009, in seguito all’applicazione di un protocollo che le ha sospeso idratazione ed alimentazione. l’iter della Camera è stato più lungo e travagliato.
La commissione Affari sociali a cui è stata assegnata la proposta l’8 luglio del 2009 ha iniziato l’esame,con relatore il pidiellino Domenico Di Virgilio, esame terminato il 12 maggio del 2010. Sono intercorsi ben nove mesi prima che tutte le commissioni competenti esprimessero i pareri sulla proposta. Da ultimo, il 22 febbario è stata la commissione Giustizia, presieduta dalla finiana Giulia Bongiorno, a dare parere favorevole chiedendo però “la vincolatività» delle Dat, in contrasto con quanto stabilito dalla Affari costituzionali che invece ha voluto che fosse soppressa la norma che rendeva vincolante il parere di un collegio di specialisti in caso di contrasto tra il medico curante ed il fiduciario.
Il 7 marzo la proposta è stata incardinata nell’aula della Camera con la discussione generale, che si conclusa il 9 dello stesso mese. Il 27 aprile poi, sempre nell’emiciclo di Montecitorio, l’articolato ha potuto superato due test importanti, grazie alla richiesta della inversione dell’ordine del giorno fatta dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. A favore della ripresa della discussione votarono Pdl, Lega e Udc, tutti gli altri contro. Un identico schieramento con 307 voti contro e 225 a favore e 7 astenuti ha portato successivamente a bocciare le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Idv e dai radicali eletti nel Pd, sostenuta poi per tutto il gruppo da Gianclaudio Bressa. Beppe Fioroni ha assicurato, comunque, che gran parte degli ex-popolari è uscita dall’aula al momento del voto sulle pregiudiziali. I finiani hanno votato a favore sia della pregiudiziale che della richiesta di sospensiva del Pd, anch’essa respinta con 306 “no” e 248 “sì”.
Da ricordare poi che, al Senato, il ddl Calabrò superò oltre 60 scrutini segreti con una maggioranza più alta di quella prevista. “Questa legge – osserva l’udc Paola Binetti – tutelala vita de pazienti affermando chiaramente che nessuno può mettergli fine, nemmeno lo stesso paziente. Anche negli stati di minima coscienza la vita ha tutta la sua dignità umana che deve essere salvaguardata. Spero perciò che per questo provvedimento sia la settimana decisiva”.
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