Grazie alle "Dichiarazioni anticipate di trattamento", se sarà approvata la legge, saremo in grado di scrivere il nostro biotestamento. Come decidere se staccare la spina o rimanere alimentati da un sondino? Scaramanzia a parte la domanda spaventa. Intervistati dalle Iene li abbiamo visti esitare sui grandi temi dell’Unità d’Italia o sul nome del primo re e sui Borboni, come se la cavano con un tema così drammatico e scottante i nostri politici? A chiedere di stilare il proprio testamento di "fine vita" ai protagonisti del dibattito è il settimanale del Sole 24 Ore Sanità. A rispondere sono in 14.
“Io, Paola Binetti, faccio le mie dichiarazioni anticipate di trattamento serenamente, pienamente consapevole che verranno interpretate ed eseguite nel rispetto dei valori e delle convinzioni che hanno sempre animato la mia vita. Desidero che alla luce dei progressi fatti dalla scienza in quel momento, mi vengano assicurate tutte le cure disponibili nel caso in cui dovessi essere priva della possibilità di decidere autonomamente, senza creare però situazioni di inutile accanimento”, recita quello della parlamentare dell’Udc Paola Binetti.
Molto diverso quello di Emma Bonino senatrice del Pd: “Dispongo che in caso di malattia allo stadio terminale, o di lesione cerebrale invalidante e irreversibile, o di malattia che necessiti l’utilizzo permanente di macchine o se fossi in uno stato di permanente incoscienza considerata irreversibile dai medici: siano intrapresi tutti i provvedimenti volti ad alleviare le mie sofferenze (come l’uso di farmaci oppiacei) anche se il ricorso ad essi rischiasse di anticipare la fine della mia vita”.
Gaetano Quagliariello come tutor fiduciario sceglie Raffaele Calabrò. Il quale lascia il suo affidavit alla moglie Giovanna Bentivoglio. Anche Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri, nomina la moglie Anny e suo figlio Enrico, chiedendo di “non essere sottoposto ad accanimento terapeutico, se non per ragioni di ricerca scientifica”. Mettono a disposizione parti del proprio corpo per la donazione degli organi Calabrò e Binetti. Dopo Eluana Englaro, un testamento lo hanno dettato nel proprio cuore. Ma scriverlo è un’altra cosa. L’autodeterminazione del fine vita suscita ostilità, accuse di incostituzionalità, scatena dibattiti etici e ideologici, ma anche convergenze e colpi di scena. Come quello dell’ex sindaco di Catania e parlamentare del Pdl Umberto Scapagnini medico premier Berlusconi.
Dopo aver attraversato una delle più pericolose forme di cancro, un melanoma tra tempia e zigomo, rivela l’esperienza vissuta durante gli 80 giorni di coma in seguito all’assunzione di antitumorali sperimentali. Scapagnini, dice di aver vissuto esperienze misteriose e di essere stato miracolato da San Pio. E cambia posizione sul testamento biologico: “Non possiamo mai sapere realmente cosa pensa quella persona immobile sul letto. E se quella persona volesse vivere? Oggi non firmerei più a favore”.
Veronesi il testamento l’ha fatto: “Per riaffermare le mie convinzioni sulla libertà di disporre della propria vita. Per l’amore profondo verso i miei familiari, che non voglio siano mai straziati dal dubbio sul che fare della mia esistenza. Per il rispetto verso i medici che si prenderanno cura di me”. E rende pubblico il testo: “Io sottoscritto Umberto Veronesi (…) nel pieno delle mie facoltà mentali e in totale libertà di scelta, dispongo quanto segue: in caso di malattia o lesione traumatica cerebrale irreversibile e invalidante chiedo di non essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico o di sostegno (nutrizione e idratazione)… Queste mie volontà dovranno essere assolutamente
rispettate dai medici che si prenderanno cura di me”.
A poter redigere il Dat sono solo i maggiorenni, ma sarà possibile solo esprimere il proprio orientamento, senza indicazioni finalizzate all’eutanasia. Alimentazione artificiale e idratazione non potranno essere sospese se non in casi eccezionali. Le dichiarazioni anticipate non saranno vincolanti per i medici. Ma allora, a cosa serve il testamento biologico? A nominare qualcuno di fiducia che decida per te. A evitare conciliaboli di parenti attorno al letto, e a lasciare che a decidere non sia necessariamente il parente più stretto ma magari quello del cui equilibrio ci fidiamo di più. Nel caso di controversia tra fiduciario e medico curante? Subentra un collegio di medici: il medico legale, un’anestesista, e un neurologo, ma nemmeno il parere del collegio è vincolante. Quando e a chi lasceremo il nostro testamento biologico? Secondo il disegno di legge allo studio, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, al medico di medicina generale o presso le aziende sanitarie locali. Sarà istituito un registro ad hoc e un archivio informatizzato. Valido per cinque anni dovrà essere rinnovato per non perdere efficacia. Il fiduciario sarà l’unico autorizzato a decidere per noi. Se il fiduciario indicato non se la sente, può sempre declinare l’incarico per iscritto. Ma chi stila il testamento può sempre revocare l’incarico. Molto più di un matrimonio, ma come i matrimoni non è per sempre. Può coinvolgere, o escludere, anche all’ultimo momento. Vuoi mettere poter dire dire a un nemico: “Tranquillo, non sarai tu a staccarmi la spina”.
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