Staminali etiche

Valentina Fizzotti

Compassato, timido, fama di solitario  stakanovista, è quasi impossibile dargli  i suoi quarantotto anni. Lo scienziato giapponese Shinya Yamanaka, il più grande  studioso al mondo nel campo delle Ips  ("induced pluripotent stem cells", staminali  pluripotenti indotte, cellule somatiche  potenzialmente in grado di trasformarsi in  quasi tutte le altre) è a Roma, dove oggi riceverà  dal presidente Napolitano, il Premio  Balzan 2010 "per la biologia e le potenziali  applicazioni delle cellule staminali".  

 Nel 2007, dopo più di dieci anni di studi  tra California e Giappone, Yamanaka è riuscito  a riprogrammare cellule della pelle  in modo da farle regredire fino allo stadio  simil-embrionale, senza utilizzare e distruggere  embrioni umani. Da allora, si sono  aperte prospettive inedite ed eticamente  accettabili in un campo di ricerca molto  problematico. Nuovi passi avanti su quella  strada sono stati fatti, e oggi Yamanaka guida  all`Università di Kyoto una squadra di  giovanissimi ricercatori, che ha mostrato  con orgoglio in diapositiva alla platea riunita  ieri al Cnr per ascoltarlo. "Il più brillante", dice, "è quello che va in giro vestito da geisha. Ma lavora sodo, e a me sta bene". "Spero che con il tempo l`uso degli embrioni sia del tutto superato dalle Ips", dice  Yamanaka al Foglio.

Lui non ha "mai  prodotto un embrione umano a scopo di ricerca", e, per quanto lo riguarda, "le linee  di cellule staminali embrionali già esistenti  sono più che sufficienti", perché hanno esclusivamente "la funzione di metro di paragone,  per capire i traguardi raggiunti e  misurarli". Con il primo ordine esecutivo  del suo mandato, il presidente americano  Obama ha tolto il divieto, deciso da Bush  nel 2001, di finanziare la ricerca federale sulle embrionali e la produzione di nuove  linee di cellule da embrioni destinati alla  distruzione. Yamanaka preferisce non commentare  né quella decisione né i finanziamenti  esorbitanti destinati alla ricerca sulle  embrionali – uno per tutti: tre miliardi di  dollari in dieci anni stanziati dalla California  – a dispetto della persistente assenza di  risultati di quegli studi.

Nemmeno vuole  commentare la strada britannica degli ibridi  uomo-animale (un binario morto, perché  in quel caso non c`è stato nemmeno un finanziatore, pubblico o privato, nonostante  il via libera dell`authority competente). "Io  mi concentro soltanto sui miei studi sulle Ips, molto promettenti", ripete Yamanaka. Talmente promettenti che lo stesso "padre" scientifico della pecora Dolly, il Nobel Ian Wilmut, ha annunciato l`abbandono  delle ricerche sulla clonazione per seguire  la strada aperta dal giapponese.  Le prospettive della ricerca sulle Ips nel  prossimo futuro "riguardano la conoscenza  dei meccanismi di funzionamento cellulare, fondamentale per arrivare a comprendere lo sviluppo di patologie gravi come la sclerosi laterale amiotrofica o le lesioni al  midollo spinale, e per riuscire a trovare terapie  farmacologiche in grado di agire nella fase giusta della malattia".

Le sue cellule  Ips, intanto, hanno superato tutti i precedenti  studi sulle staminali adulte. Yamanaka  ha trovato infatti il modo di non usare  più un retrovirus – lo si faceva all`inizio, e questo implicava il pericolo di alterazioni – ma un vettore più sicuro per inserire nella cellula i quattro geni capaci di farla "regredire". Significa che le cellule Ips sono già pronte per essere trapiantate? "No", risponde Yamanaka, "perché permane un ostacolo. Il meccanismo di riproduzione cellulare accelerato comporta il rischio che i tessuti, una volta trapiantati, sviluppino  particolari neoplasie chiamate teratomi". Una settimana fa, Nature ha pubblicato i risultati di uno studio canadese che è riuscito a trasformare direttamente cellule epiteliali in cellule del sangue senza passare per lo stadio simil-embrionale.

"Entrambe le strade hanno pro e contro spiega  Yamanaka – perché se la tecnica delle Ips rende al momento rischioso trapiantarle, permette però di produrre velocemente tutte le cellule che vogliamo e di ottenerne diversi tipi a partire dalla stessa. Le cellule `riconvertite` non creano problemi di tumori ma si ottengono con molto  tempo e molta fatica, soprattutto quelle  cardiache o neuronali". Yamanaka spera che si apra presto la "banca delle Ips", "simile  a quelle del sangue. Ma se il sangue ha quattro gruppi, le cellule hanno più di  diecimila tipi. Speriamo di arrivare all`equivalente  del gruppo 0 per il sangue".   

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