Strategico e funzionale al mantenimento di un equilibrio complicatissimo. Anche per questo, probabilmente, chiudere il reparto di maternità dell’Evangelico potrebbe modificare gli equilibri. A rischiare di essere messo in discussione dall’eventuale scelta della Regione è l’accordo tra il Galliera e l’Evangelico Internazionale (di proprietà della Chiesa Valdese), che consente all’ospedale di Carignano (presieduto dal cardinale Bagnasco) di dirottare a Manin, alcune attività sanitarie come le interruzioni volontarie di gravidanza.
Sia il San Carlo di Voltri che l’Evangelico contano, ogni anno, un numero di nascite al di sotto delle 500 considerate dai parametri internazionali come sufficienti per mantenere aperto il reparto Ufficialmente per motivi di spazio, nel 2007 il Galliera "appaltato" le interruzioni i gravidanza, insieme ad altri interventi di day, surgery, all’ospedale Evangelico, e la Regione Liguria fu costretta a ricordargli che, comunque, doveva assicurare visite ed esami per gli aborti. Secondo atto la piccola abortiva Ru486, in Italia fortemente osteggiata dal mondo cattolico: ora i ricoveri sono garantiti, ma all’Evangelico.
Nel tempo ha preso corpo il Peg, acronimo di progetto Evangelico Galliera, che ben presto incluse anche il servizio farmaceutico. In sostanza gli acquisti di materiale e farmaci utilizzati dall’Evangelico vengono fatti dal Galliera. Compresa, in questo caso, la Ru486. Oggi le donne che si presentano al Galliera e chiedono di beneficiare dei diritti sanciti dalla legge 194 non vengono respinte, ma il virtù del Peg vengono indirizzate all’Evangelico. Infine il Galliera sta pensando di trasferire a Castelletto parte dell’attività legata alla fecondazione assistita. È però evidente che l’ipotesi di chiusura del punto nascite dell’Evangelico metterebbe in discussione anche il resto dell’attività ginecologica, a partire dagli interventi chirurgici. Una soluzione che rischia però di far saltare l’accordo di collaborazione tra Galliera ed Evangelico.
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